Coronavirus, Richeldi (Cts) ammette: «Servirebbe una nuova serrata, ma il Paese non può sostenerla. Ci aspettano settimane dure»

di Redazione

Il componente del Comitato tecnico scientifico: «Sbagliato parlare di terza ondata, la curva epidemica non s’è mai abbassata»

Luca Richeldi non si nasconde. Secondo il membro del Comitato tecnico scientifico, alla luce dei dati sulla circolazione del Coronavirus in Italia, sarebbe necessario un nuovo lockdown. «L’epidemiologia ci dice che per riportare i contagi sotto la soglia di 50 ogni 100 mila abitanti servirebbe una nuova serrata». Il Paese, però, «non potrebbe sostenerla». Questa fase epidemica, spiega Richeldi, cade proprio nel periodo più complicato per le malattie respiratorie: «Stanno per arrivare settimane molto impegnative. L’inverno coincide con la stagione in generale più difficile per la gestione delle malattie respiratorie».


La situazione epidemica in Italia, dice Richeldi in un’intervista al Corriere della Sera, trarrà comunque giovamento dalle limitazioni imposte dal governo durante le festività natalizie. I loro effetti si vedranno «la prossima settimana. Mi auguro che dopo la metà del mese di gennaio comincino a vedersi gli effetti dei nostri sacrifici. Potrebbe cominciare una nuova fase discendente che permetterà di avviare con minore affanno la vaccinazione di massa».


«Ogni calo è stato il risultato delle restrizioni introdotte»

Se effettivamente i trend dell’epidemia torneranno in fase calante, la campagna vaccinale potrebbe essere la chiave di volta per uscire dalla situazione emergenziale attuale. «Dopo aver ricevuto la seconda dose, i più anziani e vulnerabili con altissima probabilità non si ammaleranno di Covid-19, non verranno ricoverati, tante vite saranno risparmiate e il sistema sanitario tornerà a respirare. Un dato dell’epidemia in un anno non è mai cambiato: a morire sono i fragili, età mediana oltre 80 anni colpiti da altre patologie».

Lo pneumologo del Gemelli di Roma, infine, precisa che, a suo avviso, parlare di terza ondata alla luce dei dati attuali «è sbagliato»: «La curva epidemica non si è mai abbassata in modo deciso e comunque ogni calo è stato il risultato delle restrizioni sociali introdotte. Se non ci fossero state, le infezioni avrebbero volato».

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