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Coronavirus, in Lombardia continua il caos dei numeri. Lite Fontana-Fondazione Gimbe sui vaccini al personale non sanitario

Nel suo monitoraggio settimanale la fondazione ha invece evidenziato come la maggioranza delle vaccinazioni sia stata fatta al personale non sanitario

Dopo l’Iss, per la Regione Lombardia c’è ancora confusione sui dati. Questa volta il contenzioso riguarda la fondazione Gimbe e il dato sulle vaccinazioni. Nel suo rapporto settimanale, Gimbe ha evidenziato come il 51% delle persone vaccinate fino ad oggi in Regione appartenga al personale non sanitario, il 40% a quello sanitario, l’8% agli ospiti delle Rsa, e l’1% agli over 80. Secondo Gimbe, vista la limitata disponibilità di dosi, a causa dei ritardi nelle consegne, sarebbe prioritario dare la precedenza a quel personale sanitario, come medici e infermieri, in prima linea nell’emergenza Coronavirus.

Tuttavia, la Lombardia ha smentito i dati diffusi dalla fondazione chiarendo che degli oltre 256 mila vaccini somministrati, la stragrande maggioranza è andata al personale sanitario. Sarebbero 172 mila (67,2%), gli operatori sanitari di strutture pubbliche, private, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e liberi professionisti ad aver ricevuto almeno una dose. Mentre 30 mila (11,7%) sarebbero andate a ospiti di strutture sanitarie e sociosanitarie e 54 mila (21,1%) a operatori non sanitari (personale che opera nelle Aziende ospedaliere pubbliche, private, enti e strutture accreditate o autorizzate nell’ambito del servizio sanitario regionale). Un dato, quest’ultimo, che quindi smentirebbe il calcolo di Gimbe: «Non è coerente con l’attività vaccinale realmente svolta e comunicata al ministero della Salute dalla Lombardia», ha specificato in una nota la Regione.

Il personale vaccinato «rientra nelle categorie indicate dalla struttura commissariale, per la prima fase della campagna», ha inoltre aggiunto Regione. Fino ad oggi sarebbero 24 mila i soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale con il secondo richiamo. «Prendiamo atto con soddisfazione della comunicazione della Regione Lombardia», ha commentato il presidente della Fnomceo, la Federazione degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli, in precedenza critico sui dati riportati dalla Regione.

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