Crisi di governo, Tabacci avverte Renzi: «Basta giocare, dica se gli va bene Conte. Se no, governo del Presidente e a giugno si vota» – L’intervista

Un lungo percorso nella Democrazia cristiana, poi il sostegno a fasi alterne a centrodestra e a centrosinistra: il più fiero dei centristi italiani, dopo un quarto di secolo in politica, continua a essere protagonista delle fasi parlamentari più complicate

«Non voglio parlare di nomi». Bruno Tabacci, il sempiterno democristiano che ha orchestrato l’operazione “responsabili” per garantire più stabilità a questa maggioranza, risponde al telefono. La sua disponibilità a fare un punto della situazione, però, non cela la seccatura per la piega che sta assumendo la crisi di governo. «C’è qualcuno che non sta rispettando i tempi e le regole del gioco», dice il presidente di Centro democratico, con un chiaro riferimento a Matteo Renzi: si è appena concluso il primo giro di consultazioni di Roberto Fico, ma la situazione è ancora in stallo.


«Il presidente della Repubblica ha chiesto al presidente Fico di approfondire le possibilità di dar vita a un governo politico sostenuto da una maggioranza parlamentare», riassume Tabacci. «Allo stato degli atti, il presidente Fico ha accertato che 5 stelle, Pd, Leu e la componente del Misto a cui fanno riferimento Cd e Maie vogliono Giuseppe Conte». Non voleva non parlare di nomi? «Renzi ha tolto la pregiudiziale – risponde – però adesso deve esprimersi, non è più il momento di giocare».


E se Matteo Renzi volesse prolungare la trattativa, o per usare le sue parole, non rispettasse le regole del gioco?

«Ci sono le regole istituzionali che ci dicono cosa accadrà di qui ai prossimi giorni, non Tabacci. Il presidente Fico, dopo aver accertato che ci sono punti di convergenza politica e programmatica, verificherà se la quinta forza politica ci sta o meno e andrà al Quirinale a riferire».

Attualmente, pare che Italia Viva non ci stia.

«L’alternativa è semplice, non serve fare chissà quale retroscena: governo del presidente che conduca il Paese alle elezioni. Una scelta che incrocerebbe anche l’opinione di buona parte dell’opposizione. Non esistono altre strade percorribili».

Ci sarebbe il governo istituzionale.

«Il presidente della Repubblica non fa un governo istituzionale, mi scusi? Quale governo è più istituzionale del governo del presidente?».

Un governo che duri fino alla fine della legislatura. Ritiene un governo con la cosiddetta maggioranza Ursula un’opzione surreale?

«Chiariamoci. Renzi ha detto che preferisce un governo politico. Molti di noi hanno aderito a questa impostazione. Se non si realizza un governo intorno alla maggioranza indicata dal presidente Mattarella, non credo che il governo del presidente, o come lo chiama lei istituzionale, possa avere una durata che vada oltre il semestre bianco. Le urne, a giugno, saranno inevitabili».

Perché?

«Perché se non si votasse prima del semestre bianco, il rischio è di consegnare l’Italia al caos più totale: cadrebbe anche il deterrente dello scioglimento delle Camere, prerogativa che il presidente della Repubblica perde durante il semestre bianco. Il parlamento sarebbe ostaggio del caos».

Evitando di fare ragionamenti sui nomi e restando sui temi, per quanto riguarda i punti programmatici le trattative sono iniziate in salita: i 5 stelle chiedono di non parlare del Mes, Italia Viva dice di discuterne.

«Se si vuole trovare la convergenza, ognuno deve fare un passo indietro verso gli argomenti dell’altro. Il Mes, così come la prescrizione, sono temi come tutti gli altri. Il problema nasce perché, invece, questi temi vengono usati per dividere. Se qualcuno non fa la sua parte in questa fase, dovremo rassegnarci al governo del presidente: rimettiamo tutto nelle mani del capo dello Stato, che è sicuramente più saggio di noi».

Le sembra che il lavoro di Fico stia portando alla definizione di un governo da presentare, entro martedì, a Mattarella?

«Questa domanda andrebbe fatta a Fico. Io posso dirle che è auspicabile che questo accada. Purtroppo, c’è qualcuno che vuole rendere il gioco infinito. Ma ciò è in contrasto con i tempi imposti dalla situazione e con le regole del gioco che ha fissato il presidente Mattarella».

Parla di gioco infinito. Qual è l’obiettivo di Renzi, dove finisce la partita?

«Anche questa domanda andrebbe fatta a Renzi».

Alcuni parlamentari di Italia Viva e molti osservatori ammettono di non conoscere il punto di caduta di Renzi, magari lei si è fatto un’idea.

«È incomprensibile anche per me. La invito a chiedere a chi ha aperto la crisi, a cominciare dal 9 dicembre. Non mi sono fatto nessuna idea, anzi: preferisco non farmi nessuna idea».

Il pre-incarico a Conte non c’è stato. Si è preferito optare per Fico. È un segno di debolezza della posizione dell’ex presidente del Consiglio?

«Il mandato del presidente Mattarella è un mandato ragionevole e diretto a trovare una soluzione affinché si formi un governo stabile. È evidente che Italia Viva durante le consultazioni al Quirinale, benché non abbia posto veti su Conte, ha mostrato delle forti riserve sul suo nome».

Si arriverà a una conclusione della partita entro martedì?

«Questo non lo posso sapere. Certo è che non possiamo continuare il gioco all’infinito con continui rilanci, piccoli o grandi che siano: sono estenuanti per tutti. L’opinione pubblica fa bene a disinteressarsi, lo spaccato della politica italiana a cui sta assistendo non è rassicurante».

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