Coronavirus, i numeri in chiaro. Pregliasco: «Le riaperture? Gli effetti tra due settimane. Il rischio di una nuova ondata non è scongiurato» – Il video

Il virologo a Open: «Mortalità ancora troppo alta. Se ci sarà un’altra stretta? Dipende dalla velocità con cui faremo la campagna vaccinale»

Tutte le regioni in zona gialla, tranne Puglia, Umbria, Sardegna, Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano. L’inizio di questo mese di febbraio sembra un film già visto. La fine della zona rossa, i locali di nuovo aperti (coprifuoco permettendo), il ritorno degli assembramenti con polemiche annesse. Come a maggio, con la fine del primo lockdown. Il rischio però è che il prezzo sia una nuova ondata di contagi da Coronavirus, spiega il virologo Fabrizio Pregliasco nell’appuntamento di oggi con la rubrica Numeri in chiaro: «Queste aperture sono una grande soddisfazione che ripaga tutti gli sforzi fatti dalla maggior parte degli italiani. Ora bisogna mantenere un comportamento adeguato. Rimaniamo sereni ma non dimentichiamoci che c’è ancora il rischio di una terza ondata».


Dopo ogni Dpcm, dopo ogni apertura o chiusura, c’è sempre una fase in cui si presta più attenzione ai numeri per capire gli effetti delle decisioni firmate dal governo. Secondo Pregliasco ora servirà un po’ di tempo per valutare se queste aperture sono arrivate nel momento giusto: «Dovremo osservare i dati per almeno due o tre settimane. È il tempo minimo per capire gli effetti. Forse ci sarà un lieve incremento ma speriamo di non doverci confrontare con una terza ondata». In ogni caso non è ancora detto che questa sarà l’ultima volta in cui “usciremo dal lockdown”: «Dipenderà tutto dalla velocità con cui faremo la campagna vaccinale. Bisognerà vedere quanto grande sarà l’adesione».


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