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I numeri in chiaro, Sestili: «Dati stabili, bisogna abolire la parola lockdown. Ma presto la variante inglese sarà dominante» – Il video

16 Febbraio 2021 - 20:37 Riccardo Liberatore
Come alternativa al lockdown generalizzato, il fisico propone di abbassare la soglia di criticità che separa le zone gialle da quelle arancioni. Poi invita a concentrarsi sulla nuova sfida della variante britannica: «Già alcune province sono intorno al 50%- 60%»

Altri 336 decessi per Coronavirus da ieri, +10.386 casi e 154 nuovi ingressi in terapia intensiva: questo il bilancio quotidiano stando all’ultimo bollettino della Protezione civile. «I dati di oggi sono in linea con quelli che registriamo da settimane», dichiara a Open Giorgio Sestili, fisico e fondatore del blog giorgiosestili.it. «I casi positivi una settimana fa erano praticamente gli stessi, ovvero 10.630, e anche il numero di tamponi è simile a quello di martedì scorso, circa 274 mila. In generale si conferma questa situazione di stabilizzazione che va vanti ormai da circa 4 settimane».

«Da quattro settimane stiamo registrando una stabilizzazione dei contagi, così anche nel numero dei tamponi, che si aggira più o meno su 1 milione 700-800 mila a settimana, e i contagi sono in media 85 mila ogni settimana. Registriamo inoltre un trend positivo – e questo va sottolineato – sia per quanto riguarda le ospedalizzazioni, che sono in diminuzione, e per fortuna continuano a diminuire anche i decessi. La curva dei deceduti è quella che in questo momento sta scendendo più rapidamente anche se dobbiamo sottolineare che 2-300 al giorno sono ancora troppi. Se ci assestiamo su circa 10-15mila positivi al giorno, la curva dei deceduti prima o poi comincerà a scendere».

Ipotesi nuovi lockdown?

I virologi italiani si dividono tra chi invoca un nuovo lockdown e chi invece vuole misure meno gravose. «La mia proposta è innanzitutto di abolire questa parola – continua Sestili – perché lockdown è qualcosa di ben preciso che abbiamo sperimentato a marzo e aprile dell’anno scorso quando era addirittura vietato uscire di casa. Propongo di abolire questa parola perché sposta il dibattito su opposte fazioni che secondo me non hanno senso di esistere. Noi in questo momento dobbiamo confrontarci con un nuovo scenario: quello delle varianti. Varianti che ormai è scientificamente provato essere più contagiose di quelle precedenti».

Per Sestili bisognerebbe adattare i 21 parametri del ministero della Salute per fare in modo che le regioni cambino colore più facilmente, abbassando la soglia dell’Rt. «Per quanto riguarda le zone rosse allo stesso tempo si potrebbe agire sull’incidenza dei casi positivi, ovvero sul numero dei casi positivi in rapporto alla popolazione. La soglia di allarme in questo momento è sui 100 casi positivi ogni 100.000 abitanti: anche questa soglia potrebbe essere abbassata appunto per far fronte a un virus più contagioso in generale. Se si facilita il passaggio di una regione da una zona a basso rischio a una zona ad alto rischio significa avere delle misure più restrittive ma non arrivare a un lockdown generalizzato dell’intera nazione».

Variante inglese: «Tra un mese e mezzo sarà dominante»

La sfida dunque è affrontare le nuove varianti come la cosiddetta variante inglese la cui contagiosità, come ricorda Sestili, «può variare da un 30 a un 50% in più, che sono cifre rilevanti perché all’interno di una dinamica esponenziale di trasmissione del virus una maggiore contagiosità di questo tipo incide tantissimo sul numero di contagi nel breve periodo e quindi poi anche nel lungo periodo sulla letalità, anche se sulla maggiore letalità del virus e della variante inglese non ci sono ancora studi certi».

Presto, infatti, la variante inglese dovrebbe diventare dominante. «Dai dati che abbiamo a disposizione sembra che in Gran Bretagna la variante inglese, che è stata scovata a settembre, ci abbia messo un paio di mesi, forse al massimo tre, per diventare dominante. Credo sia lecito pensare che lo stesso possa avvenire in Italia. Al momento siamo intorno al 20% a livello nazionale, ma già alcune province sono intorno al 50%- 60%. Con l’attuale tasso di riproduzione, nel giro di un mese o di un mese e mezzo la variante inglese potrebbe essere dominante, se non in tutto il Paese almeno in tante tante zone».

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