La scommessa vinta delle Langhe: «Piccoli centri, tartufo e lavoro di squadra: così abbiamo affrontato la crisi del turismo»

Luisa Piazza, direttore generale di VisitPiemonte, ci spiega come questo territorio ha affrontato la carenza di turisti provenienti dall’estero puntando sul turismo nazionale

Nel mese di agosto nelle terre delle Langhe, del Monferrato e del Roero i flussi turistici hanno raggiunto valori di arrivi e presenze del 2019, con una risalita dopo il lockdown primaverile. Nonostante le restrizioni necessarie per la pandemia da Coronavirus, nonostante la riduzione dei turisti provenienti dagli Stati europei e l’assenza di quelli che arrivavano dagli Stati Uniti. E, anche se a livello regionale il bilancio provvisorio del turismo in Piemonte ha registrato nel 2020 un calo del 54% di pernottamenti e del 58% degli arrivi rispetto al 2019 – dato sostanzialmente allineato con le rilevazioni nazionali dell’Osservatorio Nazionale del Turismo – segnali confortanti sono emersi dalla lettura della stagione estiva, che ha segnato una buona ripresa dopo la chiusura forzata del lockdown primaverile: il calo si è fermato al 36% degli arrivi e al 38% delle presenze, con una lenta ripresa nel periodo maggio – giugno. Interessante la risalita di luglio e, soprattutto, del mese di agosto con – 27% dei movimenti, dato comunque molto differenziato tra le diverse aree territoriali.


Per capire cosa mostra e cosa nasconde questo dato abbiamo intervistato Luisa Piazza, direttore generale di VisitPiemonte – Regional Marketing and Promotion, la società in-house della Regione e di Unioncamere Piemonte per la valorizzazione turistica e agroalimentare il progetto gestito dalla Regione che si occupa di stimolare e gestire l’attività turistica negli oltre 25 mila chilometri quadrati che formano questa terra.


«I danni ci sono stati. Ovviamente. Eppure i segnali incoraggianti sono chiari: le Langhe sono riuscite ad attrarre movimenti turistici nazionali che hanno sostanzialmente compensato le perdite del turismo internazionale nel mese principe della vacanza estiva», spiega Luisa Piazza. Dati emersi attraverso sondaggi, sentiment analysis, dati statistici e spend indexstati realizzati dall’Osservatorio Turistico delle Langhe, Monferrato e Roero, una realtà nata grazie a un protocollo di intesa tra 5 soggetti regionali: VisitPiemonte, Union Camere Piemonte, Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e Banca d’Alba. «Questo lavoro ha permesso di creare un primo report per interpretare i chiaroscuri di un anno molto difficile e per progettare la ripartenza dell’area Unesco e dell’intero Piemonte»

I dati della terra del vino e del tartufo

Alcuni dei dati più importanti arrivano dai social: nel 2020 le recensioni online sulla ricettività sono diminuite del 47,2% e del 31% per la ristorazione. Ma nell’ottobre del 2020 il numero di recensioni per il settore della ristorazione è salito del 6,7%, in occasione della 90° edizione della Fiera internazionale del Tartufo Bianco di Alba.

Il successo arriva da due fattori. Ci sono senza dubbio i prodotti tipici di queste terre, dai tartufi al vino. E poi c’è anche la distribuzione delle strutture ricettive, come racconta Piazza: «Questa area è dotata di una conformazione geografica particolare. Ci sono tante strutture, ben distribuite. Sono strutture piccole ma curate perfettamente e inserite in un paesaggio che si apre a vigne e colline. Non è certo un caso che questo territorio abbia ricevuto anche riconoscimenti dall’Unesco. Dietro tutto questo c’è però un lavoro di equipe, tra la regione, i comuni, ATL e gli operatori della filiera». Quello che è successo nelle Langhe si può replicare anche altrove: «Penso al territorio del Biellese o a quello attorno al Monviso. Anche qui ci sono tutte le caratteristiche per costruire ottime sinergie».

La chiave è il turismo outdoor

VISITPIEMONTE | Luisa Piazza

Negli ultimi anni sembra che si stia assistendo a una rinascita del turismo attivo. E questo ha permesso anche al territorio del Piemonte, grazie alla sua conformazione così varia dove si praticano già molteplici discipline all’aria aperta, di riscoprire una serie di attività legate al trekking e al ciclismo. «Con l’arrivo della pandemia questa modalità di fruizione del terriotrio è molto cercata. Anche perchè c’è sia una componente legata alla salute e al benessere che una componente legata alla sicurezza. In bici o mentre si cammina è più naturale tenere le distanze di sicurezza e evitare gli assembramenti. Per questo – spiega Piazza – stiamo lavorando ad un progetto ambizioso, finanziato da Unioncamere: Piemonte Outdoor Commission al cui interno si colloca il portale Piemontescape, dedicato a tutte queste forme di turismo e lo stiamo arricchendo di ulteriori contenuti, ad esempio quelli legati alla montagna invernale».

Piemontescape offre tutta una serie di ricerche personalizzate per gli appassionati di trekking e mountain bike. Nella pagina riservata alla ricerca del percorso si possono consultare infatti diversi itinerari scegliendo l’area della regione da scoprire, la difficoltà e anche la lunghezza del tragitto. Per quanto riguarda le bici poi si può selezionare anche il tipo di bicicletta, così da non trovarsi impreparati davanti a un sentiero accidentato.

Questo tipo di turismo si lega molto alla fotografia: «All’interno della campagna di comunicazione per la ripartenza del turismo regionale “Piemonte Singolare” abbiamo lanciato anche un concorso fotografico su Instagram insieme con Lonely Planet. E i vincitori sono stati selezionati da un’apposita giuria nelle settimane prima di Natale – spiega Piazza –. In palio sette soggiorni in altrettanti luoghi di turismo (offerti dai Consorzi Turistici regionali) per chi proponeva le foto migliori. I luoghi che abbiamo attraversato con questo concorso sono tutti quella della nostra regione, dal Langhe alla Valle Maira, passando per Cuneo e Torino».

Foto di copertina: ANSA/ RAFFAELE SASSO | Veduta delle Langhe in occasione del Forum Food&Wine Tourism, a Grinzane Cavour (Cuneo), 20 giugno 2019

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