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Covid, Bertolaso: «Tutta Italia si avvicina alla zona rossa, la Lombardia è solo più vulnerabile». E Moratti lancia il nuovo piano vaccini

03 Marzo 2021 - 15:28 Giada Giorgi
L'obiettivo è partire il prima possibile con la vaccinazione di massa con il fine di immunizzare circa 6,6 milioni di lombardi entro giugno. Il ritmo delle somministrazioni dovrà viaggiare con un picco di 170 mila iniezioni al giorno, ha annunciato l'assessora

Cinquantacinque nuovi centri di vaccinazione massiva anti Covid, un ritmo di 170 mila somministrazioni al giorno e tutti i lombardi vaccinati entro giugno. Questi e altri numerosi dettagli sono stati annunciati durante la conferenza stampa della Regione Lombardia. Il tentativo è quello di porre le basi per l’ampliamento di un piano vaccinale a cui ora è importante imporre una urgente accelerazione. L’assessora al Welfare e vicepresidente della Regione Letizia Moratti ha spiegato i punti fondamentali delle nuove decisioni ponendo come condizione fondamentale di riuscita l’arrivo puntuale delle forniture previste. Intanto arrivato il duro messaggio di Guido Bertolaso, amareggiato da dati sempre meno incoraggianti e «pochi segnali di collaborazione».

«Che futuro possiamo avere?»: il duro attacco di Bertolaso agli specializzandi

«Avrei molti motivi per essere avvilito oggi, i dati non ci incoraggiano. Zone rosse, rianimazioni piene, le statistiche sono pesanti. Il sistema degli over 80 continua ad andare male tra equivoci e ritardi. Ci sono tante persone che ringraziano ma anche tante che protestano». Il coordinatore della campagna vaccinale lombarda Guido Bertolaso ha esordito in conferenza stampa con un tono duro, scegliendo di non risparmiare i temi più delicati degli ultimi giorni. «Mi sembra che l’Italia si stia avvicinando a passi lunghi verso la zona rossa ed è evidente che la Lombardia sia più vulnerabile rispetto alle altre regioni, è ora di andare a Bruxelles a battere i pugni».

Ma l’affondo più duro di Bertolaso è arrivato contro i medici specializzandi. «Mi addolora un comunicato stampa di una serie di diverse organizzazioni che sembra voler rappresentare i miei colleghi più giovani», ha detto il coordinatore della campagna vaccinale lombarda. «Si sono molto arrabbiati con me perché ho detto di essere d’accordo con una norma della legge finanziaria che prevede che tutti gli specializzandi siano chiamati a vaccinare per un mese i propri cittadini», ha continuato Bertolaso, sottolineando il diritto dei giovani medici di contestare quest’aspetto.

«Ci sta che non siano d’accordo – ha detto – ma quello che non ci sta che dicano è che spacciare l’attività di vaccinazione come attività formativa sia denigrante». Una considerazione che ha colpito in modo negativo l’ex capo della Protezione civile che in conferenza si è chiesto «quale futuro possa avere il nostro Paese con futuri medici del genere. Vaccinare è la cosa più nobile che si possa fare». Secondo le nuove stime della Regione, ci sarà bisogno di oltre 2 mila operatori sanitari per garantire il ritmo vaccinale previsto dalla strategia.

Tra 7 giorni al via con le somministrazioni a insegnanti e detenuti

«Partiamo la settimana prossima con gli insegnanti», l’annuncio è stato : cominciamo a inserire nuove categorie da vaccinare senza compromettere l’attività che stiamo svolgendo. Verrà eliminata la modalità di prenotazione con codice fiscale, «anche gli insegnanti residenti fuori regione, ma che prestano servizio sul nostro territorio, saranno coinvolti nel piano in maniera agile». In merito alle difficoltà di prenotazione denunciate dagli insegnanti nelle ultime ore, Bertolaso è poi intervenuto spiegando il mancato servizio da parte del ministero dell’Istruzione. «Gli elenchi esatti degli insegnanti ce li dovrebbe fornire il ministero, in quelli che ci sono arrivati mancano intere scuole e asili nidi», ha fatto sapere il coordinatore. «Se i dati forniti non sono esatti è difficile andare a vaccinare chi non conosciamo». L’annuncio per la settimana prossima riguarda anche i detenuti finora esclusi dal piano della fase 3 anticipata.

I centri vaccinali

«Il modello misto che abbiamo portato avanti tra ospedali, ambulatori, medici di base e Rsa ora sarà ulteriormente arricchito con la messa a punto di 55 hub di vaccinazione», ha spiegato Moratti. L’obiettivo è partire il prima possibile con la vaccinazione di massa con il fine di immunizzare circa 6,6 milioni di lombardi entro giugno, «compatibilmente con l’arrivo dei vaccini», come ha ribadito l’assessora. Il ritmo delle somministrazioni dovrà viaggiare con un picco di 170 mila iniezioni al giorno, con una capacità dei singoli hub di circa 140 mila dosi utilizzate. «A queste potranno essere aggiunte circa 30 mila somministrazioni al giorno tra farmacie, ambulatori e servizio domiciliare».

Nuovo sistema di prenotazione: scende in campo Poste italiane

La delibera regionale ha coinvolto il delicato tema delle prenotazioni per il vaccino anti Covid. «Poste ha messo a disposizione gratuitamente la sua piattaforma utilizzabile da subito», ha spiegato Moratti. La nuova collaborazione permetterà l’accesso alle prenotazioni per i cittadini da tutti i punti offerti da Poste: il portale, il call center, i centri postali e i postini. «Questo garantirà la possibilità di raggiungere zone di montagna e meno vicine dal centro, fornendo ai cittadini anche diverse opzioni di date fino a 4 possibilità di scelta», ha aggiunto Moratti. Nella delibera sono previsti anche dei piccoli centri mobili al fine di «sostenere il servizio a domicilio», e di offrire «una maggiore collaborazione con le farmacie che dovranno prevedere la presenza di un medico supervisore del processo vaccinale».

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