I numeri in chiaro. Maga: «Sensato chiudere ora le scuole per le varianti. I dati di marzo diranno se serve un lockdown nazionale» – Il video

Secondo il virologo nei prossimi giorni «assisteremo inevitabilmente a una crescita dei numeri»

Continua a rimanere alto il numero delle vittime in Italia che anche oggi ha superato la soglie delle 300. Dati – quelli diffusi oggi dal bollettino quotidiano della Protezione civile e del ministero della Salute – che mostrano come l’epidemia di Coronavirus sia «in una fase di crescita», spiega a Open Giovanni Maga, direttore del laboratorio dell’istituto di Genetica Molecolare del Cnr di Pavia. Nelle ultime settimane «c’è stato un forte aumento anche del tasso di positività. Ma la cosa che è particolarmente preoccupante – aggiunge Maga – è che continuano a incrementare i numeri dei ricoveri e delle terapie intensive». Quello che vedremo nei prossimi giorni «sarà inevitabilmente ancora una crescita di questi numeri. Quindi purtroppo è un momento in cui l’epidemia non sta rallentando», spiega il virologo.


«Vaccinazioni vanno troppo a rilento»

Sul fronte vaccini, il neo commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Paolo Figliuolo sembra essere deciso a sostituire le Primule, con le vaccinazioni ai drive in. «Qualsiasi strategia che ci consenta di accelerare la vaccinazione è sicuramente una buona iniziativa, ma bisogna farla funzionare», afferma Maga. «Serve il personale, le dosi e avere un’organizzazione che consenta che questi drive in non diventino delle file chilometriche di persone. Vanno gestiti in maniera rapida perché purtroppo siamo in un momento in cui la campagna vaccinale continua ad andare troppo a rilento».


«Sensato chiudere ora le scuole»

Con l’introduzione della zona arancione rafforzata, vengono chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado, con piccole differenze regionali. «Il problema è che stiamo vedendo non soltanto un’accelerazione dei casi ma anche un’espansione dei casi in età scolastica», dichiara Maga. Tuttavia, «la maggior parte delle infezioni non avvengono nella scuola, ma in tutti quegli ambienti che gli studenti frequenti e il fatto di portare assieme tante persone può funzionare da acceleratore dell’epidemia». Per questo, «in questo contesto la decisione di chiudere le scuole in un periodo limitato può essere sensato perché dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti per cercare di rallentare questa crescita e controllare l’epidemia». Cruciale sarà proprio il mese di marzo: «Nei prossimi 30 giorni capiremo se sarà necessario un lockdown nazionale o se saremmo riusciti a diminuire i contagi e la curva con misure meno restrittive».

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