In Evidenza ENISiriaUSA
ATTUALITÀCoronavirusISSIstatSanità

Istat, superati i 700 mila decessi totali nel 2020. Ecco l’impatto della Covid-19 sulla mortalità in Italia

07 Marzo 2021 - 08:37 David Puente
Come la pandemia ha influito sull'aumento dei morti nel Paese. L'analisi per zone geografiche e fasce d'età

A dicembre il presidente del’Istat Gian Carlo Blangiardo prevedeva il superamento della soglia dei 700 mila decessi complessivi per tutto il 2020. Purtroppo aveva ragione. L’ultimo report dell’Istituto Nazionale di Statistica, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, fotografa la realtà dei fatti: lo scorso anno i decessi sono stati 746.146, superando di 100.526 la media registrata tra gli anni 2015 e 2019. Di questi, risultano 75.891 i decessi Covid-19 registrati tra febbraio e il 31 dicembre 2020.

L’Istat calcola per il 2020 un eccesso complessivo del 15,6% rispetto alla media 2015-2019, ma se dovessimo fare un confronto considerando solo il periodo pandemico da marzo a fine dicembre otterremmo una percentuale molto più alta: il 21%. I decessi per Covid19 hanno contribuito in maniera rilevante all’aumento dei morti, con un 10,2% a livello nazionale e con variazioni a seconda dell’area geografica: 14,5% al Nord, 6,8% al Centro e 5,2% al Sud.

Le fasce di età più colpite sono state quelle più anziane con un 12,4% del totale nella classe 65-79 anni e il 9,6% negli over 80. Non bisogna ignorare il 4,6% del totale nella classe 0-49 anni e il 9,2% nella classe 50-64. Facendo un confronto tra le due ondate, le percentuali aumentano nella seconda ondata soprattutto per le classi 0-49 e over 80.

All’interno del report dell’Istat vengono riportate anche le mappe di diffusione a livello provinciale. Queste mostrano, in maniera molto chiara, come la diffusione del contagio sia stata piuttosto localizzata nella prima ondata e più generalizzata nella seconda.

In linea con la diffusione del virus tra prima e seconda ondata, troviamo una situazione simile per quanto riguarda le percentuali di eccesso di mortalità a livello provinciale.

Gli effetti della seconda ondata sulla mortalità, secondo quanto riportato nel report dell’Istat, proseguono nel 2021. Per il mese di gennaio si stimano al momento 70.538 decessi, 2 mila in più rispetto alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019 e 8.500 in più rispetto a gennaio 2020. Il divario, in questo caso, riguarderebbe principalmente le regioni del Nord Italia come la Lombardia, il Veneto e l’Emila-Romagna che insieme rappresentano il 50% dell’eccesso di gennaio 2021.

L’Istat non si limita all’Italia, facendo un confronto con quanto rilevato negli altri Paesi europei. A partire da marzo 2020, l’eccesso di mortalità nel nostro Paese è stato inferiore a quello di Spagna, Belgio e Polonia, ma superiore a quello di Francia, Germania e Olanda. Un confronto che però dovrebbe essere fatto tenendo conto di molteplici fattori, come la velocità di diffusione e delle diverse misure adottate da ogni Paese per contenere i contagi, oltre alle percentuali di “anziani” presenti in ogni territorio che risultano essere, di fatto, la fascia più colpita dal virus.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti