Coronavirus, bollettini gonfiati con falsi morti Covid? No. Ecco come vengono classificati i decessi

Le linee guida che vengono seguite dall’Istituto superiore di Sanità e dall’Istat per il monitoraggio dei casi sono pubbliche e consultabili da chiunque

Se una persona annega in mare e risulta positivo al tampone post mortem viene classificato come morte Covid-19? No, non funziona così. E lo spiega lo stesso Istituto superiore di Sanità. Tuttavia circola una narrativa per la quale i teorici del complotto vedono gli operatori sanitari alla “ricerca disperata” di morti per «gonfiare i numeri» dei bollettini giornalieri. A che pro? Per “terrorizzare” e giustificare la fantomatica «dittatura sanitaria».

Queste narrative sono state supportate da personaggi diventati noti soprattutto sul web, come Stefano Montanari, ospite di Byoblu lo scorso marzo 2020, che hanno interpretato in malo modo i dati dell’Istituto superiore di Sanità e di una conferenza stampa di Silvio Brusaferro tenutasi il 18 marzo 2020 alla Protezione civile.

Sul sito dell’Istituto superiore di Sanità è presente un’area dedicata, dal titolo «Come si calcola la mortalità associata al Covid-19», con domande e risposte a disposizione dei cittadini per spiegare il metodo utilizzato:

Come si definiscono i decessi dovuti al COVID-19?

Nel riportare i decessi COVID-19 sul Sistema di Sorveglianza, l’ISS suggerisce di seguire le indicazioni di ECDC e OMS per identificare i decessi associati a COVID-19. Queste indicazioni sono state riprese in un Rapporto sulla definizione, certificazione e classificazione delle cause di morte per COVID-19 che contiene le indicazioni per la definizione di un decesso come dovuto a COVID-19 e per compilazione dei certificati di morte.

Nella risposta è linkato un documento che andremo a visionare successivamente. Riportiamo prima il seguente quesito presente nelle Faq dell’Iss:

Come posso essere sicuro che la morte sia causata dal COVID-19 e non da un’altra patologia?

I criteri per definire un decesso per COVID-19 sono indicati nel rapporto sopracitato e comprendono:
– Decesso occorso in un paziente definibile come caso confermato microbiologicamente (tampone molecolare) di COVID-19
– Presenza di un quadro clinico e strumentale suggestivo di COVID-19
– Assenza di una chiara causa di morte diversa dal COVID-19
– Assenza di periodo di recupero clinico completo tra la malattia e il decesso.

Come ben precisa l’Iss, non deve esserci una chiara causa di morte diversa dalla malattia. Pertanto, se una persona positiva al test molecolare PCR annega in mare o cade mortalmente dalle scale non verrà classificata come decesso Covid-19.

Questo significa che coloro che hanno patologie pregresse non andrebbero classificate Covid-19? Fin dai primi mesi del 2020 viene mantenuta la narrativa «morto con Covid o morto per Covid» volta a negare i decessi causati dal virus, ignorando le complicazioni dei pazienti già malati e aventi altre patologie. L’Iss, nelle sue Faq, pone l’esempio dell’infarto:

Sono da considerarsi cause di morte associate a COVID-19 le complicazioni o gli esiti collegati a patologie pre-esistenti che possono aver favorito o predisposto ad un decorso negativo un paziente con quadro clinico compatibile con COVID-19. Nel caso specifico, se l’infarto avviene in un paziente cardiopatico con una polmonite COVID-19, è ipotizzabile che l’infarto rappresenti una complicanza del COVID-19 e quindi il decesso deve essere classificato come dovuto a COVID-19. Se l’infarto avviene in un paziente che non ha un quadro clinico compatibile con COVID-19, il decesso non deve essere classificato come dovuto a tale condizione.

Lo stesso Iss spiega che i dati di inizio pandemia possono essere sottostimati in quanto non era possibile effettuare i test PCR per tutti i decessi avvenuti nel periodo, una sottostima che è stata ridotta nei mesi successivi.

Parlano i certificati di decesso, analizzati dallo stesso Iss in collaborazione con l’Istat, che evidenziano le responsabilità della Covid-19:

Un’analisi dei certificati di decesso, svolta congiuntamente da ISS e Istat, ha mostrato che il COVID-19 è la causa direttamente responsabile della morte nell’89% dei decessi raccolti nel Sistema di Sorveglianza, quindi in circa 9 casi su 10 dei deceduti censiti. Questa analisi includeva i deceduti del periodo marzo-maggio e un’analisi aggiornata di tali dati è attualmente in corso di svolgimento.

Nel documento in Pdf allegato alle Faq (a pagina 19) troviamo un esempio del modulo da compilare per i decessi riguardanti positivi al test PCR da non classificare come Covid-19. Nel caso sotto riportato, si pone l’esempio di una persona morta a seguito di un accidente da trasporto con rottura dell’aorta e shock ipovolemico, classificato come «decesso non Covid-19» nonostante risulti positivo al test, come riportato nella seconda parte del modulo:

Queste sono le linee guida, pubbliche e consultabili da chiunque, che vengono seguite dall’Istituto superiore di Sanità e dall’Istat per il monitoraggio dei casi. Detto questo, non risulta affatto corretto sostenere che l’Iss e gli enti pubblici classifichino come «decesso Covid-19» una persona annegata o vittima di un incidente stradale.

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