Perché si torna a chiudere le scuole: i dati sugli under 18 che hanno fatto cambiare idea al Cts

La fascia d’età 0-18 anni ha registrato, rispetto alle scorse due settimane, un lieve incremento nell’incidenza dei casi

Gli esperti del comitato tecnico scientifico cambiano rotta sulla scuola. Dopo aver incoraggiato per settimane il rientro in classe, a fine febbraio il Cts in vista del nuovo dpcm si è detto pronto a rendere la Dad obbligatoria in tutte le zone rosse e di consentire a prefetti e governatori di chiudere nelle aree più critiche anche asili e materne. Un parere che arriva a fronte dell’ultimo bollettino dell’Iss sulla diffusione della pandemia in Italia. In particolare, il report evidenzia come nelle ultime settimane ci sia stato un ulteriore lievissimo incremento della percentuale di casi nella fascia di età 0-18 anni (18,1 % rispetto al 17,9% del periodo 1 – 14 febbraio). L’incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti è sostanzialmente uguale a quella registrata a novembre. Ma dall’inizio di gennaio si è registrata una crescita nell’incidenza dei casi anche nella fascia che va da 0 a 9 anni. E sono proprio questi due indicatori ad aver spinto gli esperti del Cts a cambiare rotta sul rientro a scuola.


Il report dell’Istituto superiore di sanità mostra come ci sia stata un’accelerazione nell’aumento dell’incidenza dei casi a livello nazionale rispetto alla settimana precedente (145,16 per 100.000 abitanti (15/02/2021- 21/02/2021) vs 135,46 per 100.000 abitanti (08/02/2021-14/02/2021). I dati che emergono dal report evidenziano che a partire dall’inizio di maggio 2020 si è verificata una diminuzione importante del numero di casi in tutte le fasce di età, per poi osservare dalla metà di agosto un nuovo aumento.


Tuttavia, fa notare il report, nonostante le ultime settimane abbiano visto un incremento nell’incidenza dei casi nella popolazione di età 0-18 anni, non si osservano variazioni nella gravità dello stato clinico, che rimane rimane circa il 74% asintomatico o paucisintomatico/lieve. Infine, nel 39% dei casi le persone segnalate al sistema di sorveglianza nelle ultime due settimane hanno un’età superiore a 50 anni e il 18,1% ha meno di 19 anni (età mediana 45 anni (0-108 aa)); il 49,4% dei casi sono di sesso maschile.

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