Terapie intensive sempre più in emergenza. Peggiorano Lombardia e Marche: un posto su due è occupato da pazienti Covid

In Emilia-Romagna mai così tante persone ricoverate in rianimazione per il Coronavirus: superato il picco di aprile

Non è stato ancora raggiunto il picco delle curve relative all’ospedalizzazione dei pazienti infettati dal Coronavirus. Anzi, nella settimana che va dal 9 al 15 marzo, il tasso di occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti Covid è aumentato del 4%, raggiungendo quota 35% a livello nazionale. Ben oltre la soglia critica fissata dalle linee guida del governo al 30%. Secondo i dati pubblicati dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, sono 13 le regioni – due in più rispetto alla scorsa settimana – che hanno superato la percentuale critica. La Lombardia è passata dal 43% del 10 marzo al 51%, le Marche dal 44% al 57%. Molise e Umbria, che pure risultano oltre il 50%, hanno visto il dato calare negli ultimi giorni (prima erano al 67% e 57% rispettivamente).


Tasso di occupazione delle terapie intensive nelle regioni oltre il 30%

  • Abruzzo (40%),
  • Emilia Romagna (49%),
  • Friuli-Venezia Giulia (40%),
  • Lazio (31%),
  • Lombardia (51%),
  • Marche (57%),
  • Molise (51%),
  • Provincia autonoma di Bolzano (33%),
  • Provincia autonoma di Trento (53%),
  • Piemonte (44%),
  • Puglia (33%),
  • Toscana (40%),
  • Umbria (53%).

In Emilia-Romagna ci sono attualmente 378 persone ricoverate per Covid-19 in terapia intensiva: si tratta del numero più alto in assoluto, che ha superato quella della prima ondata. Al picco precedente, registrato il 5 aprile, in terapia intensiva c’erano 374 pazienti.


Tasso di occupazione dei reparti ordinari nelle regioni oltre il 40%

Non sono solo le terapie intensive a preoccupare. Il numero di ricoveri di pazienti meno gravi, prendendo i dati dell’intero territorio italiano, ha raggiunto la percentuale del 39%, in crescita del 4% rispetto alla settimana precedente. La soglia critica per i reparti di pneumologia, malattie infettive e medicina generale – in questo caso fissata al 40% – è stata superata da otto regioni, una in più rispetto al monitoraggio dell’Agenas del 9 marzo.

  • Abruzzo (46%),
  • Emilia-Romagna (53%),
  • Friuli-Venezia Giulia (42%),
  • Lombardia (49%),
  • Molise (46%),
  • Piemonte (53%),
  • Puglia (42%)
  • Toscana (48%).

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