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Coronavirus, allarme terapie intensive. L’agenzia per i servizi sanitari: «12 regioni sopra la soglia d’allerta del 30%»

22 Marzo 2021 - 15:24 Giada Giorgi
I numeri diffusi registrano dati preoccupanti anche per i ricoveri ordinari: 9 Regioni sono oltre la soglia del 40%

I dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali registrano un dato preoccupante sull’attuale pressione ospedaliera causata dai contagi da Coronavirus. «I ricoveri di pazienti Covid nei reparti italiani tornano sopra la soglia d’allerta del 40%, oltre il 30% le terapie intensive», spiega l’Agenas, che fornisce ulteriori percentuali dell’emergenza. I pazienti positivi sono al momento il 42% di quelli ricoverati in Medicina interna, Infettivologia e Pneumologia, con una costante crescita di posti letto sempre più difficile da gestire. Anche per quest’ultimo aspetto la percentuale preoccupante è del 38%, già da due settimane ben oltre la soglia d’allerta del 30%.

Intensive sopra il 30% in 12 regioni

Sul fronte dei ricoveri in area critica sono 12 le Regioni che attualmente hanno superato la soglia consentita: oltre il 30% delle terapie intensive sono occupate da pazienti Covid, con conseguenti grosse difficoltà nell’accogliere i malati di altre patologie. Secondo i dati di Agenas, questi i valori e le Regioni interessate dall’emergenza:

  • Abruzzo: 49%
  • Emilia Romagna: 52%
  • Friuli Venezia Giulia: 46%
  • Lazio: 34%
  • Lombardia: 57%
  • Marche: 61%
  • Molise: 41%
  • Provincia autonoma di Trento: 58%
  • Piemonte: 55%
  • Puglia: 37%
  • Toscana: 41%
  • Umbria: 52%

Medicina, Pneumologia e e Infettivologia oltre il 40% in 9 Regioni

La soglia critica per i reparti di area non critica corrisponde invece al 40%. Stando ai dati Agenas, sono 9 i territori attualmente oltre il limite d’emergenza, soprattutto per i reparti di Medicina interna, Infettivologia e Pneumologia. Ecco quali:

  • Abruzzo: 45%
  • Emilia-Romagna: 55%
  • Friuli Venezia Giulia: 47%
  • Lombardia: 52%
  • Marche: 65%
  • Molise: 45%
  • Piemonte: 59%
  • Puglia: 46%
  • Umbria: 43%
  • Lazio: 40%

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