Decreto Sostegni, al via le domande per i contributi a fondo perduto a partite Iva e attività penalizzate dal Covid: come funziona

Le domande andranno presentate entro il 28 maggio sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Il contributo a fondo perduto spetterà solo a chi ha avuto un calo di fatturato di almeno il 30 per cento nel 2020

Arriva una buona notizia per tutte le attività (imprese ma anche partite Iva; si stimano circa 3 milioni di beneficiari) piegate dalla crisi economica causata dal Covid. Da oggi, 30 marzo 2021, sarà possibile richiedere un contributo a fondo perduto che dovrebbe essere erogato in appena 2 settimane. Ci sono 2 mesi di tempo per presentare la richiesta: il termine ultimo è stato fissato al 28 maggio. Bisognerà certificare un calo di fatturato di almeno il 30 per cento nel 2020 rispetto al 2019. Il contributo andrà dal 20 al 60 per cento del calo di fatturato medio mensile 2020 su 2019. L’accredito avverrà sul conto corrente bancario o come credito d’imposta da usare in compensazione con l’F24. Sono 11 miliardi i soldi stanziati dal decreto legge Sostegni, approvato dal governo Draghi.


A chi spetta

L’indennizzo spetta a chi è in possesso di una partita Iva attiva dal 23 marzo 2021, data in cui è entrato in vigore il decreto Sostegni (tutte quelle aperte dopo non ne avranno chiaramente diritto). Le imprese dovranno aver avuto ricavi o compensi non superiori ai 10 milioni di euro nel 2019 e dovranno dimostrare di aver avuto nel 2020 un fatturato medio mensile inferiore almeno del 30 per cento rispetto a quello del 2019. Basta anche solo il 29 per cento per essere fuori dai nuovi ristori. Ad esempio, un professionista che passa da 28 a 20mila euro in un anno, con un calo di circa 8mila euro (-28,5 per cento), non avrà diritto a nulla. Resterà fuori dal sostegno anche chi ha chiuso l’attività.


La novità, adesso, è che stata ampliata la platea dei potenziali beneficiari: da una parte è stato cancellato il requisito dei codici Ateco, duramente contestato in questi mesi, visto che aveva escluso diverse categorie dai precedenti ristori, dall’altra è stato raddoppiato il tetto di fatturato per richiedere il contributo, passando da 5 a 10 milioni di euro annui.

A quanto ammonta il contributo

L’indennizzo sarà suddiviso in 5 fasce. Sarà del 60 per cento dell’ammontare della perdita per tutte quelle attività che hanno dichiarato ricavi fino a 100mila euro, del 50 per cento per chi ha dichiarato tra 100mila e 400mila di fatturato, del 40 per cento tra 400mila e un milione, del 30 per cento tra 1 e 5 milioni, del 20 per cento tra 5 e 10 milioni.

Come presentare la domanda

Presentare la domanda è semplicissimo. Basterà collegarsi a partire da oggi, 30 marzo 2021, sui canali telematici dell’Agenzia delle Entrate o utilizzare la piattaforma web realizzata da Sogei alla voce “Fatture e corrispettivi”. Si teme un “assalto” alla piattaforma visto che stavolta non ci saranno contributi a pioggia automatici ma tutto dovrà essere richiesto dal singolo professionista. L’Agenzia delle Entrate dovrebbe versare i contributi subito dopo Pasqua, comunque entro 2 settimane dalla domanda (si parlava dei primi accrediti a partire dall’8 aprile) con un bonifico sul conto corrente o come credito d’imposta che potrà essere usato, ad esempio, per pagare imposte arretrate.

La domanda potrà essere presentata direttamente dal titolare della partita Iva o, come spesso avviene, avvalendosi di un intermediario (come nel caso dei commercialisti). L’importante è farlo dal 30 marzo al 28 maggio 2021. Si potrà accedere alla piattaforma con le credenziali Spid, con la carta nazionale dei servizi, con Entratel dell’Agenzie delle Entrate o con la carta d’identità elettronica. Ma attenzione, guai a fare i furbetti: l’Agenzia delle Entrate effettuerà ulteriori verifiche con tanto di richiesta di rimborso e sanzioni, dopo l’erogazione del contributo. Vigilerà anche la Guardia di Finanza.

Foto in copertina: ANSA/CLAUDIO PERI

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