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Coronavirus, Galli boccia la riapertura delle scuole: «Sbagliato farlo dopo Pasqua, serve un altro mese di sacrifici»

03 Aprile 2021 - 10:21 Fabio Giuffrida
L'ideale, prosegue il primario del Sacco di Milano, sarebbe «intensificare le vaccinazioni mantenendo le chiusure per un mese»

«I continui tira e molla non aiutano. Mi riferisco, ad esempio, alla trovata della riapertura delle scuole dopo Pasqua. Pur comprendendo tutte le difficoltà delle famiglie, prima di maggio sarebbe un errore. Dobbiamo porci un serio e sacrificato mese di aprile». A parlare, in un’intervista al quotidiano La Stampa, è Massimo Galli, professore ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano e primario del Sacco. «L’impressione è che siamo sospesi e l’orientamento positivo o negativo dipenderà dai movimenti pasquali. Non c’è da rilassarsi». Insomma, il Covid continua a circolare non solo a causa della diffusione delle varianti ma anche per una campagna vaccinale che va a rilento. L’ideale, prosegue Galli, sarebbe «intensificare le vaccinazioni mantenendo le chiusure per un mese».

«Torneremo alla normalità, se tutto va bene, nel 2022»

L’obiettivo è quello di «un’estate di quasi normalità e un autunno ancora migliore». Ma alla normalità sarà possibile arrivare solo «nel 2022», se tutto va bene. Questo dipenderà, comunque, «dal mutamento del virus nel tempo e dalla nostra capacità di vaccinare tutto il mondo». Ma attenzione, l’Italia sui vaccini è in ritardo (e il caos in alcune regioni, come in Lombardia, ne è la prova): «L’attuale vaccinazione ci protegge dalla forma grave della malattia ma si iniziano a vedere dei casi di reinfezioni blande anche nei vaccinati. Stiamo vaccinando per salvare vite non per la mitica immunità di gregge. Con il tempo e altri vaccini forse potremo toglierci le mascherine». Ma ancora è troppo presto.

«Lo Sputnik funziona, noi in ritardo coi vaccini»

La verità – conclude Galli – è che, a distanza di mesi dall’avvio, «siamo in ritardo sui vaccini. La mia sensazione è che lo Sputnik V funzioni ma che i russi non riescano a produrne abbastanza per loro e quindi siano alla ricerca di collaborazioni estere». E qualcuno ha già fiutato l’affare: come documentato da Open, molte agenzie di viaggio si stanno “convertendo” al turismo vaccinale. Altro che vacanza, altro che bellezze artistiche delle città, si va in Russia solo per vaccinarsi. Prima del dovuto e spendendo dai 2 ai 3 mila euro, colazione inclusa.

Foto in copertina: ANSA/MATTEO BAZZI

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