I pentiti del vaccino, effetto decreto sui sanitari No Vax: «Pronto? Ci ho ripensato». Dalla Liguria al Lazio i dietrofront per non perdere lo stipendio

«Da tre giorni è un continuo di chiamate», ha dichiarato la direttrice della Prevenzione dell’Asl Roma 4

Dopo la pubblicazione del nuovo decreto Covid in Gazzetta Ufficiale, i sanitari che prima rifiutavano il vaccino hanno iniziato a chiamare le Asl per fissare degli appuntamenti. Ora che è prevista la sospensione (o il cambio di mansione) per i lavoratori degli ospedali, delle cliniche private e delle Rsa che non si vaccinano, molti degli scettici stanno tornando sui loro passi. La preoccupazione è quella di ricevere uno stipendio inferiore (a causa del demansionamento) o di non riceverlo affatto fino al «completamento del piano vaccinale» contro il Coronavirus, che potrebbe essere anche a dicembre 2021. Secondo alcune stime, i sanitari no vax sarebbero almeno 140 mila, di cui circa 40 mila tra medici e infermieri. Come riportato da Il Messaggero, le Asl di molte aree d’Italia – da Roma alla Liguria fino all’Umbria – stanno ricevendo moltissime richieste. «Da tre giorni è un continuo di chiamate» ha spiegato al quotidiano Simona Ursino, direttrice della Prevenzione per l’Asl Roma 4. «Dopo il decreto vogliono tutti vaccinarsi. Mi dicono: dottoressa, ho cambiato idea». Ora, sia in Lazio che in Campania stanno riprendendo le prenotazioni per chi inizialmente aveva declinato gli appuntamenti. L’assessore del Lazio Alessio D’Amato ha assicurato che «queste persone avranno un appuntamento sul portale come tutti gli altri» e che non ci sarà una lista a parte. Giorgio Casati, direttore generale dell’Asl Roma 2, sottolinea che non passeranno davanti alla popolazione fragile e a rischio, ma che non verranno comunque vaccinati per fascia di età: Stiamo parlando comunque di persone che lavorano a contatto con malati e anziani, è nell’interesse dei pazienti immunizzarli».


Immagine di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO


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