Covid, Draghi frena le Regioni sulle riaperture. L’ipotesi di anticipare la zona gialla solo dove si vaccina di più (e il contagio rallenta)

Si attende la cabina di regia tra Palazzo Chigi e il Cts. Ma senza un’accelerazione sulle somministrazioni e un raffreddamento della curva epidemiologica le misure difficilmente saranno allentate

Dopo la zona rossa di Pasqua, il grande miraggio è il ritorno della zona gialla, sospesa dal governo Draghi a fine marzo a causa della situazione Coronavirus. L’ultimo decreto Covid ha esteso le restrizioni fino al 30 aprile, ma in questi giorni si sta discutendo l’ipotesi di anticipare il ritorno ai tre colori già dal 20. A decidere, anche stavolta, saranno i dati settimanali del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità sui vari indici regionali, che arriveranno al premier giovedì. Solo se saranno incoraggianti, trapela da palazzo Chigi, allora verrà convocata la cabina di regia con il Comitato tecnico scientifico (Cts) per valutare le riaperture.


In zona gialla ristoranti e bar riaprirebbero fino alle 18

Oltre ai numeri dei contagi, a fare la differenza potrebbero essere quelli sulle vaccinazioni. Stando a quel che riporta il Corriere della Sera, il giallo potrebbe essere una conquista anticipata per i territori che si sono dimostrati efficienti sul fronte della campagna vaccinale. In quel caso, date le più aggiornate disposizioni, si potrebbero riaprire i ristoranti a pranzo e i bar fino alle 18, ma anche i musei nei giorni non festivi e si potrebbe tornare a parlare di fare ripartire cinema e teatri. Nonostante le pressioni delle Regioni, però, per il premier Mario Draghi sarebbe un discorso «molto prematuro», scrive La Stampa.


I colori delle Regioni da oggi 6 aprile

Draghi si divide tra il pressing sulle case farmaceutiche sulle consegne delle dosi e quello sulle Regioni affinché le usino nei tempi più brevi possibili. Intanto, dopo 3 giorni di rosso festivo, a partire da oggi, 6 aprile, l’Italia torna a colorarsi in parte di arancione: il Lazio, l’Abruzzo, la Liguria, il Veneto, la Sicilia, la Basilicata, le Marche, il Molise, l’Umbria, la Sardegna e le PA di Trento e Bolzano. Restano in rosso, invece, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, e Valle d’Aosta.

Immagine di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI

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