«Rutte non ha investito nel vaccino di Oxford». La tv olandese accusa il governo di avere risparmiato anche sul Covid

Le politiche di austerità sono tornate sotto i riflettori nei Paesi Bassi dopo che si è saputo che l’anno scorso il premier ha rifiutato di partecipare alla produzione del farmaco inglese

L’emittente pubblica dei Paesi Bassi Nos ha scoperto che l’anno scorso il governo olandese ha perso l’opportunità di partecipare alla produzione del vaccino Oxford/AstraZeneca solo per la riluttanza a spendere 10 milioni di euro. Alla fine di aprile 2020 il Regno Unito pianificava l’investimento di 75 milioni di euro nello sviluppo e nella produzione del vaccino dell’Università di Oxford, con 25 milioni destinati alla produzione presso lo stabilimento dell’olandese Halix a Leiden. I vaccini dovevano essere prodotti in dosi da 200 litri, ma Oxford voleva produrre lotti più grandi, da 1000 litri, una scelta che avrebbe richiesto un investimento aggiuntivo di 10 milioni.


L’Università di Oxford cercava partner

Oxford non si aspettava che i soldi arrivassero dal governo britannico, che stava dirottando la maggior parte dei fondi nella struttura dell’inglese Biomedica. Così facendo, Londra avrebbe stabilito una priorità sulla fornitura di vaccini che sarebbero arrivati da quell’impianto. Gli scienziati di Oxford si sono rivolti allora al governo olandese. Alla fine di aprile uno di questi scienziati ha incontrato Peter Omtzigt, un parlamentare di alto rango del CDA, un partito in coalizione con il governo di Mark Rutte.


Omtzigt ha presentato a Rutte la richiesta di Oxford di investire quei 10 milioni. Nel documento inviato a Rutte – visionata dalla Nos – veniva specificato che anche se esisteva la possibilità che il vaccino non avrebbe avuto successo, i primi risultati erano incoraggianti. Inoltre, la lettera anticipava quello che poi è successo: «Se i vaccini supereranno i test, ci sarà un picco nella domanda. Probabilmente le dosi disponibili saranno limitate per diversi mesi. Per evitare ritardi, la capacità di produzione deve essere aumentata». Oxford chiedeva di contattare i vertici Halix. 

L’arrivo di AstraZeneca

Pochi giorni dopo, Oxford annunciava la collaborazione con AstraZeneca. Quello sarebbe stato il momento in cui Rutte avrebbe potuto decidere di entrare nel progetto correndo il rischio di perdere 10 milioni, invece i funzionari del governo hanno chiesto alla Halix più informazioni su cosa intendeva fare con i soldi. La risposta non è mai arrivata, ma AstraZeneca sì: con essa la fine di una possibile collaborazione. L’Olanda ha così perso l’opportunità di fare con Halix un investimento simile a quello fatto da Londra con Biomedica. 

Come riconosciuto da Nos, quei 10 milioni non avrebbero garantito automaticamente l’accesso anticipato ai vaccini prodotti a Leiden, ma l’investimento avrebbe messo il governo olandese in prima fila per riservare quote di produzione all’Unione europea e, soprattutto, avere un controllo sullo stabilimento. L’impianto di Halix produce circa 6 milioni di dosi al mese ed è probabile – per quanto mai confermato – che il Regno Unito abbia diritto ad almeno una parte dei vaccini prodotti.

Le aziende che producono in Europa senza l’Europa

Per gli europei oggi Halix è la fabbrica del mistero perché nessuno sa di preciso quanti vaccini siano stati prodotti o dove siano finiti. Non solo, lo stabilimento di Leiden (all’avanguardia) ha ottenuto il permesso dell’EMA solo pochi giorni fa. Per questo finora c’è stato all’interno dell’Unione un impianto produttivo non autorizzato dall’EMA a rifornire l’Unione stessa, che ha funzionato a pieno regime per fornire dosi di un vaccino, approvato dall’EMA, per le campagne vaccinali fuori dall’Ue.

Secondo le fonti di Nos, nell’impianto di Halix sono immagazzinate milioni di dosi in attesa di essere spedite nel Regno Unito, cosa che fa ripensare alle dosi scoperte in un impianto di Anagni qualche settimana fa. A febbraio l’amministratore delegato di AstraZeneca ha dichiarato al Parlamento europeo che insieme al vaccino di Oxford, l’azienda ha rilevato anche tutta una serie di contratti, compresi quelli con Halix. L’Ue non è d’accordo, ma la situazione non sarebbe mai diventata così complicata se i Paesi Bassi fossero entrati nella partnership quando ne avevano l’opportunità. 

Il prezzo della frugalità

Questa storia è un esempio di quanto sia pericoloso perseguire la dottrina del rigore di bilancio in tempo di crisi. L’ostinazione “frugale” ha portato l’Olanda a perdere un opportunità, e con essa tutta l’Unione. Per un governo rischiare di perdere 10 milioni è niente se paragonato al rischio di aggravare le conseguenze sanitarie ed economiche a causa di una persistenza di contagi e restrizioni. USA, Israele e Regno Unito hanno affrontato il rapporto con le case farmaceutiche come un’alleanza tra partner, l’Europa invece si è comportata come un cliente che compra un servizio da un fornitore.

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