Mascherine ad amici e parenti, l’impiegata di Opera intercettata col sindaco: «Ne hai rubate un po’ alla Rsa?»

Il sindaco è accusato di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato assieme ad altre quattro persone

Nei primissimi mesi della pandemia da Coronavirus, quando l’Italia entrava in lockdown e i dispositivi di protezione individuale (in particolare le mascherine) risultavano pressoché introvabili, Antonino Nucera, sindaco di Opera, nel Milanese, avrebbe sottratto 2.880 mascherine, di cui 2.380 da destinarsi a una Rsa e 500 da recapitare alla farmacia comunale, per regalarle invece a parenti, dipendenti del Comune e amici. Nucera è finito agli arresti domiciliari, insieme alla dirigente dell’ufficio tecnico del comune e a tre imprenditori edili, con l’accusa di peculato, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. 


Tra le diverse intercettazioni raccolte dai carabinieri, infatti, l’attenzione è caduta su una telefonata tra il sindaco di Opera e una dipendente del comune che chiedeva: «Ascolta sindaco, le mascherine, quelle azzurre, ne hai rubate un po’ di quelle che dovevano andare alle Rsa?». In un’altra telefonata, l’ex moglie del sindaco richiedeva di procurarle dei dispositivi di protezione per i propri genitori, «perché loro vanno a fare la spesa senza mettersele, capito?». Questi scambi sono emersi in alcune intercettazioni dei carabinieri che già investigavano sulla figura di Nucera per presunta interferenza nelle gare d’appalto per smaltimento di rifiuti edili. Bandi che si concludevano con l’assegnazione dei lavori da imprenditori edili amici del sindaco di Opera, in cambio di «sostanziose utilità», ossia tangenti.


E così, oltre alle accuse di «corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente», si è aggiunta anche quella di peculato. «Le intercettazioni hanno fatto emergere anche altre condotte penalmente rilevanti – si legge infatti nell’ordinanza di custodia cautelare di oltre 200 pagine del Gip Fabrizio Filice – realizzate direttamente dal sindaco, come il peculato su un elevato numero di Dpi (mascherine) proprio durante la prima fase dell’emergenza sanitaria nei mesi di marzo e aprile 2020, quando notoriamente ve n’era una scarsissima disponibilità che si cercava di assicurare a soggetti a rischio».

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