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Usa, Biden annuncia il ritiro delle truppe dall’Afghanistan entro l’11 settembre, in ritardo rispetto agli accordi di Trump

Non è chiaro come reagiranno i talebani, con i quali era stata concordata l'uscita delle truppe entro il primo maggio: «Se non presentiamo un piano saremo di nuovo in guerra», ha spiegato una fonte

Joe Biden intende annunciare il ritiro delle truppe Usa dall’Afghanistan entro il prossimo 11 settembre. A darne notizia è il Washington Post che indica domani come data di annuncio. La data è in parte simbolica, essendo il ventesimo anniversario dell’attacco alle Torri gemelle di al Qaida, che trascinò gli Stati Uniti nella loro guerra più lunga, durata due decadi e costata la vita a oltre duemila soldati statunitensi e a almeno centomila civili afgani. Ma è soprattutto in ritardo rispetto al piano d’azione inizialmente stabilito: a febbraio 2020 l’amministrazione Trump aveva negoziato con i talebani la data del primo maggio per l’uscita delle truppe americane. Secondo il quotidiano statunitense, i colloqui di pace in Afghanistan – che non hanno incluso il governo afghano – non hanno portato i risultati sperati, e gli Stati Uniti non vogliono lasciare il Paese prima della fine dell’estate. Secondo il generale dell’esercito statunitense a Kabul, Austin Miller, un ritiro degli Stati Uniti lascerebbe le forze armate afghane senza un supporto importante sul territorio, rischiando di gettare la situazione nel caos.

Gli Stati Uniti reputano i talebani una forza ancora «troppo potente» e, se dovessero abbandonare in fretta il territorio, il controllo del governo su alcune aree chiave (inclusa la capitale Kabul) potrebbe essere compromesso. I talebani hanno minacciato di tornare ad attaccare i militari statunitensi e della Nato qualora le truppe non lasceranno in tempo il Paese: gli assalti si sono per lo più fermati da febbraio 2020, data dell’accordo con l’amministrazione Trump. Ora bisognerà capire se accetteranno o meno il ritiro graduale delle migliaia di soldati che Biden si appresta ad annunciare.

Le tensioni presenti e future

«Se infrangiamo la scadenza del 1° maggio negoziata dalla precedente amministrazione senza un chiaro piano di uscita – hanno spiegato fonti al Wp -, allora saremo di nuovo in guerra con i talebani. E questo non è nell’interesse di nessuno». Attualmente sono 2.500 i soldati degli Usa presenti in Afghanistan, anche se in realtà, come ricorda il Wp, dovrebbero essercene almeno mille in più. Inoltre, sul territorio ci sono altri 7 mila militari di forze straniere, la maggior parte dei quali appartenenti alla coalizione della Nato. Da quando Trump ha firmato l’accordo, i talebani hanno aumentato gli attacchi tra i militari afghani – che ora temono di dover affrontare i talebani da soli – e tra i civili, soprattutto al sud, nelle province di Kandahar e Helmand.

Il nuovo ruolo della Turchia

Intanto, mentre gli Stati Uniti stanno cercando di capire come muoversi dopo le mosse di Trump, dal 24 aprile al 4 maggio si terrà a Istanbul l’annunciata conferenza di pace sull’Afghanistan tra il governo di Kabul e i talebani. L’appuntamento sarà organizzato dalla Turchia di Recep Tayyp Erdogan insieme al Qatar e sotto l’egida dell’Onu. L’obiettivo dichiarato è quello di «accelerare e coadiuvare i negoziati intra-afgani a Doha per il raggiungimento di una soluzione politica giusta e duratura».

In copertina: EPA/GHULAMULLAH HABIBI

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