Covid, l’indice Rt cala a 0,85. Terapie intensive ancora oltre la soglia critica. Rezza: «Ogni apertura comporta rischi» – Il monitoraggio Iss

Negli ultimi 30 giorni il valore che misura il tasso di contagiosità del virus si è contratto di 0,23 punti. Si riduce anche il numero di pazienti in rianimazione: -217 in una settimana. Per Brusaferro si cominciano a vedere gli effetti delle vaccinazioni sugli over 80: «Superato il 75% di copertura»

Buone notizie dal monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute: la pandemia da Coronavirus, in Italia, sta allentando la morsa. L’indice Rt nazionale, valore che descrive il tasso di contagiosità del virus, negli ultimi sette giorni è infatti sceso a 0,85. Una settimana fa si attestava a 0,92, due settimane fa a 0,98 e tre settimane fa a 1,08. In un mese, anche grazie alle restrizioni adottate a marzo e aprile, l’indice si è quindi contratto di 0,23 punti.


Le regioni con un indice Rt maggiore di 1 sono cinque, contro le otto della settimana precedente. Si tratta di Basilicata, Sardegna, Sicilia, Toscana e Valle d’Aosta. Tra queste, la Sardegna ha una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3, caratterizzato cioè da rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo. Sicilia e Valle d’Aosta hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2, ovvero gestibile dal sistema sanitario nel breve e nel medio periodo. Mentre le altre regioni hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 1, vale a dire sostanzialmente localizzata (Rt inferiore a 1).


La pressione sugli ospedali inizia a diminuire

La pressione sulle terapie intensive e nei reparti ospedalieri continua a farsi sentire, con un tasso di occupazione a livello nazionale che supera la soglia critica sia in rianimazione (39% contro il limite fissato al 30%), sia in area non critica (41% contro il 40%). Questi numeri, tuttavia, sono per la prima volta in leggero calo. Le regioni con tassi sopra la media sono 14, mentre la settimana scorsa erano 15. Guardando invece ai valori assoluti, dal 6 al 13 aprile:

  • il numero di pazienti Covid ricoverati in rianimazione è sceso da 3.743 a 3.526 (-217)
  • il numero di pazienti Covid ricoverati in area non critica è sceso da 29.337 a 26.952 (-2.385)

Incidenza settimanale a 160,5 casi ogni 100 mila abitanti

Fa ben sperare anche l’andamento dell’incidenza settimanale dei positivi ogni 100 mila abitanti. Nel periodo compreso tra il 5 e l’11 aprile, infatti, questo dato è sceso a 160,5. Nella settimana precedente, dal 29 marzo al 4 aprile, era pari a 210,8. Siamo tuttavia ancora lontani dal livello di 50 casi ogni 100 mila abitanti che consentirebbe di porre sotto controllo l’epidemia, ripristinando un efficace tracciamento dei contatti.

Sedici regioni a rischio moderato

Il monitoraggio dell’Iss registra in ogni caso una «diminuzione del livello generale del rischio». Soltanto una regione, la Calabria, ha un livello di rischio alto, contro le quattro della scorsa settimana. Sedici regioni, contro le 15 della settimana precedente, hanno una classificazione di rischio moderato, di cui quattro ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane. Infine Abruzzo, Campania, Veneto e provincia autonoma di Bolzano hanno una classificazione di rischio basso.

Brusaferro: «Con questi numeri la capacità di tracciamento torna possibile»

«La curva è in decrescita, ma molto lentamente». Esordisce così il Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro alla consueta conferenza del venerdì sulla base della quale il ministro della Salute Roberto Speranza emette l’ordinanza con i nuovi colori corrispondenti alle tre fasce di rischio. «Tutte le regioni hanno una decrescita dell’incidenza – prosegue Brusaferro -. Cominciamo a vedere gli effetti delle vaccinazioni sugli over 80, che sono tra le categorie più fragili. La popolazione over 80 – precisa – ha superato il 75% di copertura. Ma in tutte le fasce d’età c’è una decrescita. Con questi dati la capacità di tracciamento riprende quota, torna possibile».

«Sui ricoveri i dati decrescono lentamente. In terapia intensiva il tasso di occupazione è oltre la soglia critica: al 39%. Dunque c’è un sovraccarico diffuso dei servizi assistenziali. Anche i dati sulla mortalità scendono lentamente». Infine Brusaferro torna a elencare le raccomandazioni più importante per la tutela della salute di tutti: «Mantenere elevata la guardia, non allentare la tensione, fare tutto quanto necessario per contenere il virus».

«Contenere e vaccinare, l’unico antidoto è la vaccinazione di massa». Queste le parole con cui Giovanni Rezza apre il suo intervento. «Ogni apertura comporta dei rischi – dice il direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute -. Le riaperture devono essere caute e graduali. Per noi epidemiologi il rischio non è mai zero – evidenzia -. C’è bisogno di sistemi di monitoraggio che certifichino molto rapidamente l’eventuale ripresa dell’epidemia per lavorare in anticipo. La campagna vaccinale – conclude – deve accelerare ulteriormente. Per ora le vaccinazioni sono l’unica soluzione al problema».

Brusaferro sul documento dell’Oms: «Ho preso atto delle parole di Guerra, non ho nascosto nulla»

«Non c’è stata mai intenzione di nascondere la verità, né da parte mia né da parte dell’Iss e non lo abbiamo mai fatto». Così ha risposto Brusaferro a una domanda in conferenza stampa relativa al caso del mancato rinnovo del piano pandemico e ai contatti con Ranieri Guerra. «Stiamo parlando di un documento dell’Oms, e né Iss né il suo presidente hanno mandato a intervenire. È successo che il dottor Guerra mi ha mandato una serie di considerazioni personali di cui io ho preso atto. In questo caso non ho espresso giudizi, ma ho solo preso atto», ha concluso il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

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