Germania, Annalena Baerbock è la candidata dei Verdi per il dopo Merkel

Le elezioni sono in programma per il 26 settembre. Le prime dichiarazioni: «Scendo in campo per il cambiamento, al Paese serve un nuovo inizio»

È Annalena Baerbock la candidata cancelliera dei Verdi per le elezioni del prossimo 26 settembre in Germania, che apriranno l’era del dopo Angela Merkel. L’annuncio ufficiale è arrivato da Robert Habeck, presidente del partito. «Inizia oggi un nuovo capitolo per la nostra formazione politica» e, in caso di vittoria, «per il nostro Paese», ha detto Baerbock, incontrando i giornalisti a Berlino. La giovane politologa, classe 1980, si è presentata come la candidata del cambiamento: «Non sono stata cancelliera e neppure ministra. Scendo in campo per il cambiamento. Per lo status quo si battono altri, io credo che questo Paese abbia bisogno di un nuovo inizio».


Baerbock ha avuto la meglio sullo stesso Habeck, che ha ammesso: «Entrambi volevamo candidarci, ma solo uno poteva farlo». Il presidente dei Verdi tedeschi ha quindi definito la protezione dell’ambiente «il compito nel nostro tempo e della mia generazione». Il programma del partito, del resto, parla chiaro. È già stato presentato nel mese di marzo e verrà votato dagli iscritti al prossimo congresso. Entro il 2030 si punta a un taglio delle emissioni di CO2 del 70% e ad aumentare il prezzo per le emissioni prodotte dalle aziende più velocemente di quanto previsto finora, alzandolo a 60 euro a tonnellata dagli attuali 25 già a partire dal 2023.


Tra le altre cose, i Verdi intendono ampliare largamente l’offerta di energia eolica e vogliono fissare un limite di velocità sulle autostrade tedesche a 130 km orari. Entro il 2030 la Germania dovrà poi completare la decarbonizzazione, ma per quella data il partito vuole anche vietare l’immatricolazione di nuove automobili che non siano a emissioni zero. La stella polare devono essere gli accordi sul clima di Parigi, con l’obiettivo di contenere il surriscaldamento globale entro gli 1,5 gradi centigradi: «Un governo che non punti a tornare sul sentiero di Parigi non ha bisogno dei Verdi», ha scandito infatti Baerbock.

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