Proteste in Russia, Navalny ai manifestanti: «Orgoglioso di voi. Siete la salvezza di questo Paese»

I medici che hanno visitato due giorni fa l’attivista gli hanno chiesto di interrompere lo sciopero della fame: «Altrimenti non ci sarà più un paziente da curare»

Le condizioni di salute di Alexey Navalny continuano a rimanere critiche. Nonostante il trasferimento in un ospedale civile, la sua vita è ancora in grave pericolo, ha denunciato ieri l’Onu. Dopo una visita fatta il 20 aprile, i medici – secondo una lettera pubblicata dal sito indipendente Mediazona – hanno chiesto a Navalny di «interrompere lo sciopero della fame, altrimenti non ci sarà più un paziente da curare».


Tramite i suoi avvocati, Navalny ha fatto sapere di provare «orgoglio e speranza» per il futuro della Russia. A seguito di nuove proteste scoppiate nel Paese per chiedere la sua scarcerazione, Navalny ha dichiarato tramite un post su Instagram: «Io sono uno di voi, l’uomo onesto che non tace di fronte all’ingiustizia e all’illegalità». «La salvezza della Russia sei tu, chi è sceso per strada, chi non lo ha fatto ma simpatizza», ha aggiunto il politico russo.


«Il nostro Paese sta scivolando nell’oscurità e nel prospero 21esimo secolo la popolazione della Russia, ricca di risorse, diventa ogni anno più povera. Ma ci sono persone che scendono in strada», scrive. «Voi non avete paura, nonostante tutta la rabbia e l’odio, che ora viene dal Cremlino», continua Navalny. «Avere paura ora è perdere, vendere e sperperare il loro futuro. Ieri eravate con me ma oggi mi sdraierò sulla branda e mi immaginerò di camminare con voi e per voi».

Secondo l’ong Ovd-Info, sono almeno 1.908 le persone fermate in Russia durante le proteste a sostegno dell’attivista. 806 fermi sono avvenuti a San Pietroburgo, 119 a Ufa e 68 a Kazan. Si registrano fermi in 97 città. Tra i fermati c’è anche Alexander Shepelev, responsabile dei profili social della squadra di Navalny. Shepelev sarebbe stato fermato ieri sera dalle autorità con l’accusa di aver disubbidito agli ordini delle forze dell’ordine. Stando a quanto riporta la testata indipendente Meduza, Shepelev nel corso del fermo è stato picchiato dagli agenti per obbligarlo a fornir loro la password di accesso al canale Telegram (usato principalmente per coordinare le proteste).

Foto copertina: EPA/YURI KOCHETKOV | Mosca, 22 aprile 2021

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