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L’incendio nell’East End che riapre le polemiche sulla sicurezza delle case popolari di Londra – Il video

07 Maggio 2021 - 14:42 Luca Covino
Materiali ad alta infiammabilità spacciati per ignifughi. Revisioni assenti. L'incidente rievoca la tragedia alla Grenfell Tower del 2017

Questa mattina intorno alle 9 si è verificato un grande incendio in una palazzina popolare nell’East End di Londra, il New Providence Wharf. L’edificio fa parte di un complesso di edilizia popolare che ospita 1.500 appartamenti. Come dichiarato dai portavoce della London Fire Brigade, per domare le fiamme sono stati impegnati 135 pompieri provenienti da diverse caserme della capitale. Pur non essendoci evidenze sulle cause che hanno provocato le fiamme tra l’ottavo e il decimo piano del palazzo, l’incidente risveglia le polemiche sui materiali impiegati per ristrutturare i complessi popolari londinesi.

Speculazione e materiali ad alta infiammabilità

Gli stessi residenti del New Providence avevano chiesto di rimuovere lo strato di Acm, un composto di alluminio ad alta infiammabilità utilizzato per rivestire la palazzina. L’iniziativa dei residenti era partita nel 2017 a ridosso della tragedia alla Grenfell Tower, la più drammatica per numero di vittime sul suolo britannico dalla Seconda guerra mondiale. In quell’occasione morirono 72 persone in un incendio provocato da un corto circuito e alimentato proprio dai rivestimenti Acm certificati come ignifughi pur non essendolo. Intervenendo sulla vicenda, in molti nel Paese hanno parlato di «piccola mafia» per definire la gestione immobiliare e di sicurezza della Grenfell.

Secondo uno studio commissionato alla compagnia immobiliare Ballymore dall’organizzazione dei residenti, il Wharf Leaseholders & Residents Association, il palazzo al centro dell’incendio di oggi è costituito per il 22 per cento da materiali Acm ad alta infiammabilità. «I lavori per rimuovere questi rivestimenti sono molto costosi», avevano affermato nel gennaio scorso dalla Ballymore che dovrebbe agire per la messa in sicurezza. «Abbiamo intenzione di portare avanti un progetto che ha già impegnato mesi di lavoro per arrivare a una soluzione praticabile ed economica», riferirono dalla compagnia.

La politica sulla sicurezza

La polemica sulla sicurezza dei palazzi nel Paese, tuttavia, scatena anche lo scontro politico. La questione è impellente e l’incidente a East London arriva proprio durante l’iter della legge sulla sicurezza antincendio partita dopo il disastro del 2017. Per risolvere il problema, il governo di Boris Johnson sta attuando una politica di investimenti per rimuovere gli strati infiammabili. Il Fire Safety Act stanzierà 5 miliardi di sterline, un fondo rivolto solo per i lavori di rimozione in edifici più alti di 18 metri. Tutte le altre abitazioni al di sotto di questa altezza non rientrano nel provvedimento e avranno a disposizione 50 sterline al mese per lavori su edifici tra gli 11 e i 18 metri.

«Non bastano intenzioni, servirebbe un intervento: Dda anni i residenti del New Providence sono stati lasciati soli», afferma in un’intervista all’Evening Standard la parlamentare laburista Apsana Begum, originaria dell’area coinvolta nell’incidente. «L’incendio di questa mattina mostra quanto sia grave questo problema nella città e perché gli elettori hanno fatto bene a continuare a lanciare l’allarme per così tanti mesi. Lo sviluppatore Ballymore ha promesso un’azione, ma fino a oggi i residenti non hanno ricevuto informazioni sui rapporti dei vigili del fuoco e sui dettagli di eventuali lavori di riparazione. Nel frattempo Ballymore ha registrato profitti per 80 milioni di sterline a fronte di un valore patrimoniale di 500 milioni», afferma Begum che parla di un «fallimento nell’affrontare i problemi di sicurezza negli edifici, dove i pavimenti sono rotti e l’acqua calda assente».

Video: Twitter/KennethLaw

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