Coronavirus, Speranza firma l’ordinanza per il via libera alle visite nelle Rsa: tutte le regole per l’accesso in sicurezza

L’accesso alle strutture sarà consentito solo ai visitatori in possesso della certificazione verde (green pass)

Dopo l’anticipazione dei sottosegretari Pierpaolo Sileri e Andrea Costa, il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato di aver firmato l’ordinanza che consentirà le visite in piena sicurezza in tutte le Rsa. L’ingresso, per il momento, sarà consentito solo ai visitatori in possesso della certificazione verde (green pass). «Ringrazio le Regioni e il Cts che hanno lavorato in sintonia con il Ministero della Salute per conseguire questo importante risultato – ha aggiunto Speranza -. È ancora necessario mantenere la massima attenzione e rispettare le regole e i protocolli anti-Covid previsti, ma condividiamo la gioia di chi potrà finalmente rivedere i propri cari dopo la distanza indispensabile per proteggerli». 


Come si potrà accedere alle Rsa?

Nel documento del ministero della Salute, infatti, viene specificato che il ricorso alla certificazione verde (green pass), il lasciapassare che identifica le persone vaccinate, i guariti dalla Covid-19 negli ultimi 6 mesi, o chi è risultato negativo al test antigenico o molecolare nelle 48 ore precedenti alla visita, «può essere utile strumento di orientamento alla regolamentazione di visite e uscite programmate, compatibilmente alla situazione locale e alla specificità di servizi e strutture che possono accogliere utenti con diverso grado di fragilità e rischio trasmissione infettiva». Gli accessi per familiari o visitatori «potranno essere rimodulati anche in senso più restrittivo» dai direttori sanitari delle strutture o da altre autorità sanitarie, in base all’evoluzione dello scenario epidemiologico. 


Le regole per le visite

«La certificazione – si legge ancora nel documento del ministero – non sostituisce il rispetto delle misure di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio». Le visite infatti dovranno essere organizzate in modo da «evitare assembramenti di persone – si precisa – e deve essere assicurato il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra visitatori (estendibile fino a 2 metri in base allo scenario epidemiologico di rischio), a eccezione dei componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi o per le persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale». 

«Il familiare o visitatore – si specifica ancora – deve sempre effettuare l’igiene delle mani all’ingresso e all’uscita dalla struttura e indossare sempre e correttamente i dispositivi di protezione individuale in base al livello di rischio (almeno Ffp2 o superiore). Laddove possibile, compatibilmente alle condizioni cliniche e tollerabilità, anche l’ospite indosserà i dispositivi di protezione delle vie aeree in base al livello di rischio (almeno Ffp2 o superiore)». 

Le uscite programmate e i rientri in famiglia degli ospiti

Nel documento viene anche «garantita la possibilità di uscite programmate degli ospiti e rientri in famiglia per gli ospiti» delle strutture, «tenuto conto della rilevanza assistenziale e del benessere psicosociale dei residenti». Per queste specifiche attività viene richiesta «una specifica regolamentazione da parte dei responsabili anche in ordine alla stabilità clinica del residente e del suo livello di autonomia e fragilità, nonché per specifiche esigenze riabilitative. È sempre necessaria la firma di un patto di reciproca responsabilità fra struttura e ospite o figure legalmente rappresentative». 

Foto in copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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