Quei ragazzi «non c’entrano niente, perché una persona che viene stuprata la mattina e il pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia… vi è sembrato strano. Bene, è strano». Così Beppe Grillo aveva difeso in un video su Facebook il figlio, Ciro Grillo, indagato per i presunti stupri avvenuti a luglio 2019 nella villa di famiglia a Porto Cervo in Sardegna assieme a tre suoi amici dopo la denuncia di una delle due ragazze che quella notte erano con loro. La prima adulta a vedere la ragazza proprio in quel pomeriggio in cui la ragazza ha partecipato alla lezione di kite surf è stata Francesca, istruttrice di 28 anni che oggi parla in due interviste raccolte da Repubblica e Corriere.
«Si vedeva che era in uno stato di semi hangover (semi sbornia)», racconta Francesca. «Siamo entrate subito in sintonia. Sulla sera precedente mi ha detto di essere andata a ballare con un’amica in Costa Smeralda, di essersi spostata in taxi, e di aver bevuto troppo», dice Francesca che nel 2019 era stata sentita anche dai carabinieri di Palau che avevano raccolto da lei informazioni sommarie.
Di quella giornata con Silvia non ricorda molto dopo due anni, ma al telefono racconta ai quotidiani di aver avuto l’impressione che fosse successo qualcosa. «Non mi ha detto di aver avuto rapporti sessuali o di essere stata abusata. Del resto era la prima volta che la vedevo». Per Francesca quel giorno Silvia era arrivata in spiaggia intimidita e stonata. «Ricordo che non ce la fece a finire la lezione». E sulla vicenda, l’istruttrice ammette di non sapere molto: «Non ho seguito le tappe, non guardo la tv, non sono informata sui fatti locali». Dopo quella lezione non ha più rivisto Silvia.
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