Sul piano vaccini il generale Figliuolo cambia passo: ora le Regioni non sono tutte uguali. «Più dosi a chi va più veloce»

La nuova strategia di ripartizione arriva a seguito dell’allarme lanciato negli ultimi giorni da diverse amministrazioni locali per essere rimaste a corto di fiale

Dopo aver dato il via libera per le vaccinazioni degli over 40 e posto l’obiettivo di un milione di somministrazioni giornaliere entro giugno, il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo aggiusta il tiro su un altro degli aspetti fondamentali della campagna di vaccinazione anti Covid. La distribuzione delle dosi nelle regioni da adesso seguirà il criterio meritocratico, prevedendo più fornitura a chi procede più spedito. Una decisione presa a seguito dell’allarme lanciato da diverse amministrazioni locali negli ultimi giorni per essere rimaste a corto di fiale. Un vuoto che a questo punto della campagna vaccinale non può più essere tollerato e che secondo Figliuolo potrà essere risolto dunque con un nuovo criterio di ripartizione. Dare più dosi a chi mantiene un ritmo più sostenuto di somministrazioni però non vorrà dire toglierne in assoluto a chi è più lento. La quantità di fornitura prevista per ogni singolo territorio rimarrà di fatto invariata, attuando piuttosto un’anticipazione nella consegna verso le regioni più virtuose. Le dosi anticipate verranno prese dagli stock di fiale delle regioni più lente, garantendo con un metodo di compensazione il flusso continuo di vaccino per tutti.


Le Regioni meritevoli

Veneto, Lombardia e Lazio sono tra le Regioni che attualmente potrebbe godere di più della nuova strategia meritocratica del commissario Figliuolo. Solo per Pfizer si parla del 100% di somministrazione in Veneto, del 99% nel Lazio e del 98% in Lombardia. La fornitura maggioritaria che verrà concessa a questi territori sarà a discapito di regioni come Calabria e Sicilia, purtroppo ancora numerose dosi nei frigoriferi. Il problema è soprattutto per il vaccino di Astrazeneca con più di 2 milioni di fiale attualmente inutilizzate. Ma anche Pfizer non sfugge al rischio spreco: sono 880 mila le dosi di vaccino americano ferme nei freezer. Anche Moderna subisce un sottoutilizzo con una media nazionale del 78%, perfino più bassa di quella di Astrazeneca con l’81%. In ultima posizione poi il Johnson & Johnson con il 44% di utilizzo rispetto alla quantità messa a disposizione. Un quadro generale problematico se si pensa all’ingente quantità di ulteriore forniture che stanno per arrivare dall’estero.


Le forniture in arrivo

Entro maggio saranno 3 milioni in tutto le dosi di vaccino anti Covid ad arrivare in Italia pronte ad essere distribuite tra le Regioni secondo il nuovo criterio del governo. Nella giornata di ieri si sono aggiunte 2,1 milioni di dosi Pfizer, nei prossimi giorni altre 170 mila di J&J, 360 mila di Astrazeneca e 390 mila di Moderna. Si andrà quindi avanti con le prenotazioni per gli over 40, le aziende scenderanno in campo per le somministrazioni e nuovi hub, 732 per la precisione, si aggiungeranno ai 2.541 punti di somministrazione già presenti sul territorio nazionale.

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