La svolta militare: le Forze di difesa israeliane di cielo e di terra stanno attaccando la Striscia di Gaza

In tarda serata una nuova raffica di razzi proveniente da Gaza ha colpito il centro di Israele

Una raffica di razzi è stata sparata dalla Striscia di Gaza verso il nord e il sud di Israele. Lo ha reso noto l’esercito israeliano in tarda serata spiegando che le sirene sono risuonate anche nella città di Modin, a metà strada tra Gerusalemme e Tel Aviv, e Ashdod. A stretto giro, alle 23.18, l’Israeli Air Force ha pubblicato un tweet che segna una svolta militare nel conflitto in corso da giorni. «Le forze aeree e di terra dell’IDF (Forze di difesa israeliane) stanno ora attaccando la Striscia di Gaza. Maggiori dettagli in arrivo».


Media locali: «Israele bombarda un villaggio a Nord di Gaza. Almeno 11 morti e 50 feriti»

Il conflitto tra Israele e la Striscia di Gaza continua a mietere vittime. Nel villaggio palestinese di Um el-Nasser, nel Nord della Striscia, secondo i media locali almeno 11 palestinesi sono rimasti uccisi e 50 feriti in un bombardamento israeliano. Sei sarebbero membri della famiglia locale Tanani. Fra i morti ci sarebbero anche dei bambini. Le autorità sanitarie di Hamas non hanno ancora confermato la notizia, quelle israeliane non hanno commentato.


Di sicuro c’è che le città di Israele sono tornate a essere il fronte degli scontri. Dopo i bombardamenti degli ultimi giorni arrivati in seguito alle tensioni iniziate dalla Spianata delle moschee a Gerusalemme, nella notte di mercoledì 12 maggio c’è stata un’ondata di violenza ad Acri, Haifa e nei centri abitati intorno a Tel-Aviv, come Lod e Bat Yam. Già nei giorni scorsi le cittadine intorno a Tel-Aviv sono state al centro di violenze, mobilitando le autorità a una stretta sulla repressioni degli scontri, come dichiarato dal premier Benjamin Netanyahu. Gli scontri sono avvenuti tra residenti delle due fazioni e hanno portato ad atti di vandalismo, incendi e pestaggi nelle strade che hanno causato decine di feriti e almeno 400 arresti.

Lo scenario urbano è il campo di scontro tra le due fazioni e in questo senso le parole dell’ex-ministra israeliana Tzipi Livni al New York Times confermano che «pur non volendo usare la parola “guerra civile” sta succedendo qualcosa di nuovo e orribile rispetto alle tensioni». A Bat Yam, per esempio, un uomo identificato dalla folla come arabo è stato picchiato e le immagini sono state trasmette in diretta nazionale dal canale televisivo israeliano Channel 11. L’uomo coinvolto nel pestaggio è trasferito e ricoverato in ospedale in condizioni gravi. Sui responsabili delle tensioni in città, il sindaco di Bat Yam Tzvika Brot ha parlato di «rivoltosi non residenti arrivati da fuori».

Nella città marittima di Acri, a nord del Paese, un gruppo di arabi israeliani ha picchiato un 30enne ebreo a colpi di bastoni e lancio di pietre. L’aggressione è avvenuta a ridosso dell’avviso della polizia locale, che aveva ordinato ai titolari arabi delle attività commerciali di abbassare in anticipo le saracinesche per il rischio concreto di scontri con gruppi violenti di estrema destra. Il bilancio è preoccupante anche in altre aree israeliane. Nella cittadina settentrionale di Or Akiva, in particolare, un uomo arabo israeliano è stato ferito da un attacco compiuto da un gruppo di uomini ebrei in pieno centro città. A Tiberiade un autista arabo è stato attaccato e ferito da un gruppo di estremisti di destra che avevano organizzato una marcia. Accoltellatmento invece a Tamra ai danni di un 50enne ebreo, pugnalato al collo e attualmente in fin di vita.

Video: Instagram/@conflictnews – @redishstream

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