Bombardamenti a Gaza, l’Egitto propone una tregua. I media: «Hamas accetta, da Israele ancora nessuna risposta»

Il bilancio delle vittime palestinesi sale a 220: sono 61 i bambini. Altre 1.500 persone sono invece state ferite, mentre Israele ha comunicato 12 morti, tra cui 2 bambini

Continuano i bombardamenti israeliani sulla striscia di Gaza, mentre a livello internazionale il presidente americano Joe Biden appoggia un cessate il fuoco pur sostenendo il diritto di Israele a difendersi. E proprio su una tregua starebbero lavorando il presidente francese, Emanuel Macron, e quello egiziano, Abdel Fattah-Al Sisi. «Abbiamo deciso di discutere nei prossimi giorni con il re di Giordania per vedere come formulare una proposta concreta in questa direzione», ha aggiunto Macron. Intanto, si aggrava il bilancio delle vittime: sono almeno 212 quelle palestinesi tra cui 61 bambini. Altre 1.500 persone sono state ferite, mentre Israele ha comunicato 12 vittime, tra cui 2 bambini.


La richiesta di tregua avanzata dall’Egitto

Stando a quanto riferiscono i media locali, l’Egitto avrebbe proposto «attraverso canali privati» un cessate il fuoco tra Israele e Hamas a partire dalle 6 di mattina (ora locale) del prossimo giovedì. A diffondere la notizia è la tv israeliana Canale 12, la quale a sua volta cita fonti palestinesi che riferiscono che Hamas avrebbe accettato la richiesta di tregua avanzata dall’Egitto, mentre da parte di Israele non sarebbe ancora arrivata una risposta a riguardo.


L’appello di Luigi Di Maio

Accorato l’appello del ministro degli Esteri Di Maio che ha condannato il lancio indiscriminato di razzi da Gaza: «è inaccettabile e deve cessare, come è inaccettabile che si metta in discussione il diritto di Israele a esistere. Riconosciamo il diritto legittimo di Israele di proteggere la propria popolazione, ma la risposta militare israeliana deve essere proporzionata e volta a prevenire ulteriori vittime civili», ha detto alla riunione straordinaria Ue sul Medio Oriente.

Sciopero generale della comunità araba in tutto il Paese

Uno sciopero generale della comunità araba è stato indetto in tutto il territorio israeliano. La decisione è stata prese in solidarietà con gli attacchi alla Moschea al-Aqsa, a Gerusalemme, e a seguito degli sfratti avvenuti contro i residenti palestinesi del quartiere arabo di Sheikh Jarrah nella parte est della città. Al tempo stesso, sempre per oggi, Fatah – il partito del presidente Abu Mazen – e Hamas hanno dichiarato una «Giornata di rabbia» in Cisgiordania. «È importante alzarsi come uno e cercare di trascendere la frammentazione forzata imposta ai palestinesi da Israele», ha detto Salem Barahmeh, direttore esecutivo del Palestine Institute for Public Diplomacy, ad Al Jazeera. Barahmeh ha anche aggiunto iche i palestinesi nelle strade e sui social media stanno scuotendo «la narrativa dominante e incontrastata di Israele», definendolo invece come un «regime di apartheid».

Riprendono i lanci di razzi da Gaza. Israele spara colpi di mortaio verso il sud del Libano

Stamattina, dopo circa 6 ore di quiete è ripreso verso le ore 11 italiane il lancio di razzi da Gaza verso Israele. Secondo l’esercito, la zona sotto attacco è quella di Ofakim, nel sud del Paese. L’ultimo lancio era avvenuto attorno alle 6 (ora locale). Colpi di mortaio sono invece stati lanciati da Israele verso il sud del Libano, nella zona di Markaba, di fronte all’insediamento israeliano di Mishgav Am. Nella notte, sono stati sparati dal Libano alcuni razzi dalla zona di Kafr Shuba, nel distretto libanese sud-orientale di Rashaya Fukhar, vicino al confine con la Siria. Secondo i media, i razzi non hanno raggiunto il territorio israeliano.

Il capo dell’ala politica di Hamas scrive a Khamenei: «Facciamo appello all’immediata mobilitazione della comunità musulmana, araba e internazionale»

Ismail Haniyeh, capo dell’ufficio politico di Hamas, ha inviato nelle scorse ore una lettera alla Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, per chiedere un ulteriore sostegno nel conflitto contro Israele. «Oggi, il nemico criminale, con le più mortali armi internazionali bandite, commette i crimini più barbari contro il popolo di Gaza, e i crimini più vili contro i manifestanti a Gerusalemme, in Cisgiordania e nei territori occupati del 1948», scrive Haniyeh. «Di fronte a questi crimini senza sosta facciamo appello all’immediata mobilitazione delle comunità musulmana, araba e internazionale ad assumere posizioni determinate e costringere il nemico sionista a porre fine ai suoi crimini». Altre lettere sono state inviate all’ayatollah Khamenei da cinque organizzazioni combattenti palestinesi, che secondo l’ufficio della massima autorità di Teheran hanno espresso il loro ringraziamento per il rinnovato sostegno contro Israele espresso nella Giornata dedicata a Gerusalemme, lo scorso 7 maggio.

Uccisi 150 operativi di Hamas e della Jihad islamica palestinese

Secondo quanto dichiarato questa mattina da un portavoce militare, Hidai Zilberman, Israele ha ucciso oltre 150 “operativi terroristi”, soprattutto di Hamas durante i bombardamenti di questi giorni su Gaza. «Più di 120 sono di Hamas e oltre 25 della Jihad islamica palestinese», ha aggiunto. Nel frattempo, sono circa 3.440 i razzi lanciati da Gaza contro Israele, anche se il 90% è stato intercettato dal sistema di protezione Iron Dome. L’aviazione israeliana ha parallelamente distrutto altri 15 chilometri di tunnel sotterranei nel nord della Striscia. Gli obiettivi colpiti sono stati 65, con nuovi attacchi sul quartiere Rimal a Gaza City. L’esercito ha ribadito che Hamas «piazza obiettivi militari in aree civili densamente abitate».

La Giordania incolpa Israele

Il re giordano, Abdullah II, parlando lunedì, 17 maggio, con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato che sono state le ricorrenti azioni provocatorie di Israele contro i palestinesi ad aver portato all’escalation di violenze. Il re ha anche detto a Guterres che «la comunità internazionale deve assumersi le proprie responsabilità, muoversi attivamente per fermare le violazioni israeliane a Gerusalemme, l’aggressione a Gaza».

Immagine copertina: EPA/MOHAMMED SABER

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