Ddl Zan, la replica di Ostellari: «Nessuna paura del confronto, pronti a discutere». E annuncia 170 audizioni in Commissione

In occasione del primo dibattito organizzato da Open a Milano, tutti gli esponenti leghisti si sono sottratti al confronto con il promotore della legge contro l’omotransfobia

«Chi ha paura del confronto? Noi no, e siamo pronti a discutere con lealtà di ddl Zan e della proposta del centrodestra, per tutelare tutte le vittime di discriminazioni e violenza. Giovedì (27 maggio, ndr) iniziamo con le prime audizioni, che saranno 170 in tutto. Senza confronto non c’è democrazia». Così Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia del Senato e relatore del disegno di legge Zan, risponde alle parole del deputato Alessandro Zan che ha accusato la Lega di aver disertato il primo appuntamento di Open Incontra, tenutosi ieri 24 maggio a Milano. Dalla Lega, infatti, è stato posto un veto sul suo nome: nessuno del partito di Matteo Salvini si sarebbe potuto confrontare con Zan. «Chi è in malafede ha paura. E chi ha paura scappa. Mesi e mesi di fake news, becera disinformazione e menzogne sulla legge contro i crimini d’odio vengano a galla nella fuga di Salvini e della Lega dal confronto», ha scritto su Facebook il promotore della legge contro l’omotransfobia.


Cosa è successo

Come spiegato da Open, dopo il rifiuto di Ostellari a confrontarsi con Zan, nel corso del nostro primo dibattito è arrivato il no per la partecipazione dell’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi e infine quello per il vicesegretario federale, Andrea Crippa, che prima aveva dato l’ok salvo poi sparire nei giorni successivi. Dall’ufficio stampa del Carroccio un messaggio forte e chiaro: né Crippa né altri leghisti si sarebbero potuti confrontare con Zan. Si è reso invece disponibile fin dall’inizio l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, che ha partecipato regolarmente all’incontro.


«170 audizioni sono una grave provocazione»

Per Marco Lacarra, deputato e segretario regionale pugliese del Partito Democratico, il ddl Zan è ancora ostaggio di Ostellari: «170 audizioni sono una grave provocazione, una presa in giro che non è utile nemmeno a chi, seriamente e senza secondi fini, chiede legittimamente un’ulteriore riflessione e confronto sul tema. L’esame del ddl Zan è stato fermamente osteggiato dalla Lega e dal Presidente Ostellari sin dal primo giorno. Ora, in barba a qualsiasi principio di democrazia, si continua a tenere in ostaggio il provvedimento e lo si sottrae ingiustamente dal giudizio dell’Aula del Senato. Ostellari non può utilizzare il ruolo che gli è stato affidato per interessi di partito».

La richiesta del M5s

Intanto il M5s alza i toni col Pd e chiede un maggiore coinvolgimento nella questione, così da superare l’ostruzionismo della Lega: «Per il M5s chiedere di esaminare il ddl Zan in Aula non è più un’ipotesi da valutare ma una cosa da fare. Da un mese abbiamo le firme pronte. Ho aspettato gli altri partiti di centrosinistra, adesso basta. Attiviamo l’articolo 77 del regolamento del Senato. Ognuno si prenda le proprie responsabilità, non a parole. Ho raccolto l’adesione di Leu, spero vogliano firmare anche i colleghi del Pd, su Italia Viva non saprei. Potremmo fare la richiesta già oggi», ha spiegato la senatrice del M5s, Alessandra Maiorino.

La replica di Ostellari: «No scorciatoie»

Immediata la replica di Ostellari che vede «complicata» l’ipotesi di chiedere che il ddl contro l’omotransfobia venga esaminato subito in Aula: «Secondo me, chi ipotizza scorciatoie non dà mai un buon esempio di democrazia. Credo che dovrebbero lasciare svolgere i lavori, io stesso oggi ho dimostrato volontà di contribuire al dibattito e a rasserenarlo. Ho tolto 55 audizioni dal totale delle richieste, non sono poche e non è stato semplice». Ostellari. poi, ha ribadito che le audizioni cominceranno nel pomeriggio del 27 maggio dopo il question time per poi proseguire ogni martedì mattina. Quando finiranno non si sa. «Impossibile stabilire una data di fine, anche perché ci sono altri provvedimenti da valutare, non c’è solo il ddl Zan», ha sottolineato, ricordando anche che al vaglio della commissione ci sono ora «congiuntamente» il testo approvato alla Camera e quello proposto da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia (prima firmataria è la senatrice Ronzulli). A fine audizioni la commissione deciderà se optare per un testo base o per uno unificato.

Foto in copertina: ANSA/ANGELO CARCONI

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