Ddl Zan in salita, l’ondata di audizioni ammesse dal leghista Ostellari: chi sono i 170 che parleranno in Commissione

Critiche dal Pd che continuano ad accusare la Lega di ostruzionismo. Boldrini: «Si tratta di puro boicottaggio». Sensi: «Le 170 audizioni non sono un approfondimento, ma una provocazione intollerabile». Il M5s chiede di attivare la procedura d’urgenza

Sono 170 le persone che la commissione Giustizia di Palazzo Madama dovrà ascoltare prima che il ddl Zan possa arrivare in aula ed essere votato dai senatori. L’ha stabilito il presidente del collegio, il leghista Andrea Ostellari, tacciato di fare «ostruzionismo» dal centrosinistra, Movimento 5 stelle incluso. «Ho tolto 55 audizioni – si difende Ostellari – non è stato semplice. Ho dato io stesso il buon esempio». Poi, il presidente leghista suggerisce ai sostenitori del disegno di legge contro l’omofobia di non ricorrere alla procedura d’urgenza: «Chi ipotizza scorciatoie non dà mai un buon esempio di democrazia».


Il riferimento è alla senatrice del Movimento 5 stelle e membro della commissione, Alessandra Maiorino, la quale ha ribadito ieri – 26 maggio – quanto anticipato a Open: «Per il M5s chiedere di esaminare il ddl Zan in aula non è più un’ipotesi da valutare, ma una cosa da fare. È da un mese che abbiamo le firme pronte. Ho aspettato gli altri partiti di centrosinistra, adesso basta e attiviamo l’articolo 77 del regolamento del Senato. Ognuno si prenda le proprie responsabilità, non a parole. Ho raccolto l’adesione di Leu, spero vogliano firmare anche i colleghi del Pd, su Italia Viva non saprei. Potremmo fare la richiesta già oggi». Attivando la procedura d’urgenza, il testo salterebbe le 170 audizioni in commissione e approderebbe direttamente in aula.


Una procedura che, però, sembrerebbe non trovare l’assenso di Italia Viva, i cui numeri al Senato – mancando l’appoggio del centrodestra – sono imprescindibili per l’approvazione del disegno di legge. «Mi sembra prematuro parlare dell’ipotesi di andare in aula, aspettiamo di vedere cosa succede in commissione – ha dichiarato il renziano Giuseppe Cucca -. Intanto si inizia con il ciclo di audizioni. Non è che si può andare in aula perché sono in calendario 170 audizioni. Strada facendo diminuiranno, forse saranno una decina in meno». Quelle stesse audizioni che il Pd, attraverso il deputato Filippo Sensi, definisce «una provocazione intollerabile. Non amo il muro contro muro, ma qui siamo alla presa in giro».

Le 170 audizioni

È molto variegata la lista dei relatori che saranno sentiti dalla seconda commissione permanente di Palazzo Madama. Compare il personaggio televisivo Platinette, nome d’arte di Mauro Coruzzi, che ha definito la proposta di Zan «una legge pretestuosa e discriminante verso altre categorie di persone», ma anche quello del presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli. Diverse, poi, le personalità del mondo religioso: sarà ascoltato il segretario Cei Stefano Russo, il rabbino capo Riccardo Di Segni, padre Simeone della Sacra arcidiocesi ortodosso, il responsabile della Chiesa dei mormoni Alessandro Dini Ciacci, Francesco Drudi della Chiesa cristiana universale della nuova Gerusalemme, Alessandra Iovino dell’azione cristiana perseguitati.

Ostellari ha accettato di proporre all’ascolto dei membri della commissione anche le femministe Monica Sargentini Ricci e Marina Terragni, che chiedono di modificare il ddl Zan, e il filosofo Stefano Zecchi, che rimprovera al testo di «confondere il giudizio morale con una realtà biologica». Nella lista ci sono alcuni tra i più duri oppositori al disegno di legge: sarà audito il presidente del Family day Massimo Gandolfini e due rappresentanti dell’associazione ProVita.

Convocato da Ostellari anche Nino Spirlì: il presidente reggente della Regione Calabria aveva affermato che il Paese è finito «nelle mani delle lobby, è la più potente è quella gay». Contrario ai matrimoni omosessuali, «ma voi siete pazzi. Avete mai visto due uomini che si sposano? Un bambino con due padri, o con due madri? Li avete mai visti in natura? Avete mai visto un cucciolo di cane che ha due padri che abbaiano allo stesso modo? – aveva anche lanciato la sua personale crociata per l’uso della terminologia invisa alla comunità lgbt – Dirò frocio e ricchione fino alla fine dei miei giorni».

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