I numeri in chiaro, Maga: «Contagi scesi al livello di ottobre, ma attenzione: l’allerta nel Regno Unito ci serva da monito» – Il video

Il direttore del laboratorio dell’Istituto di Genetica molecolare del Cnr di Pavia: «I focolai in Inghilterra insegnano che finché il virus circola non possiamo considerare finita l’epidemia»

Gli ultimi dati sull’epidemia di Coronavirus in Italia confermano che il contagio sta regredendo. Secondo il professor Giovanni Maga, direttore del laboratorio dell’Istituto di Genetica molecolare del Cnr di Pavia, il trend è molto positivo: «Oggi siamo scesi sotto i 3.500 nuovi casi di contagio, con un numero significativo di tamponi (247.330). Globalmente sia i ricoveri in area medica, sia quelli in terapia intensiva, sia il numero delle persone contagiate sono scesi ai livelli della prima decade di ottobre 2020. Ma con una grande differenza: allora i casi stavano aumentando, adesso invece stanno diminuendo».


Ieri il record di vaccinazioni

I contagi, tuttavia, ci sono ancora e quindi con l’arrivo della bella stagione non bisogna abbassare la guardia: «Finché il virus circola – ne abbiamo avuto dimostrazione l’estate scorsa – c’è sempre la possibilità che possano ripartire dei focolai. Oggi abbiamo certamente un grande vantaggio, ovvero il fatto che sempre più persone si stiano vaccinando (ieri è stato raggiunto il record di 570.950 vaccinazioni, ndr). Ma questo non deve indurci a pensare che l’epidemia sia scomparsa».


Un monito in questo senso arriva dal Regno Unito: «In Inghilterra si sono recentemente verificati alcuni limitati focolai, in zone molto circoscritte, derivanti da catene di trasmissione della variante Covid isolata in India. Sono state prontamente identificate e al momento non hanno dato origine a catene più ampie. La situazione sembra quindi sotto controllo, ma questo episodio ci insegna che finché il virus circola non possiamo considerare l’epidemia finita. Piccoli focolai possono sempre comparire e in certe condizioni potrebbero anche allargarsi. Quindi la prudenza è ancora d’obbligo».

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