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Covid, ora la Grecia vaccina i migranti bloccati nelle isole: domani le prime dosi (ma il 30% è già stato contagiato)

Il virus si è diffuso rapidamente tra le 9.400 persone che vivono nei campi profughi, a causa dell'impossibilità di rispettare il distanziamento e dei ritardi nelle somministrazioni

Inizierà domani, 3 giugno, la campagna di vaccinazione contro il Covid-19 nei campi dei profughi bloccati negli hotspot delle isole greche di Lesbo, Samos e Chios. Ad annunciarlo è stato il segretario generale del programma governativo Asylum Seekers, Manos Logothetis. Il vaccino utilizzato sarà il monodose di Johnson & Johnson e le somministrazioni avverranno ogni giovedì e venerdì, con personale «inviato appositamente da Atene». Stando ai dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), i campi nelle isole dell’Egeo settentrionale ospitano quasi 9.400 persone. Secondo l’alto funzionario del ministero delle Migrazioni, «solo il 15% dei richiedenti asilo finora ha mostrato interesse a farsi vaccinare».

EPA/VANGELIS PAPANTONIS | Lesbo, Grecia, settembre 2020

Questo perché il 30% dei migranti nell’Egeo ha meno di 18 anni, e un altro 30% è già stato contagiato dal virus a causa della bassa qualità della vita nei campi e del ritardo nelle vaccinazioni. Notis Mitarakis, ministro delle Migrazioni, aveva detto a marzo che non c’era nessun motivo per anticipare le somministrazioni nei campi nei primi mesi dell’anno. Le Ong, invece, avevano spinto affinché il governo di Kyriakos Mitsotakis seguisse le raccomandazioni della Commissione Europea, che inserisce nelle categorie prioritarie anche chi è socialmente svantaggiato e vive in comunità dove non è possibile rispettare il distanziamento sociale.

Immagine di copertina: EPA/VANGELIS PAPANTONIS

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