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Boom di adesioni della generazione ‘Ticket one’, che prenota il vaccino come fosse un concerto. Ma i numeri rassicurano davvero?

04 Giugno 2021 - 10:12 Giada Giorgi
Hanno aspettato con trepidazione che i portali regionali aprissero le prenotazioni. I giovani pro vax hanno superato la prova del click day, ora la sfida sarà convincere proprio tutti

Fermi davanti a pc e smartphone hanno aspettato almeno due ore prima che i portali regionali aprissero le prenotazioni. Un occhio al sito e uno ai social, la generazione “Ticket one” non si è fermata davanti a nessun rallentamento di sistema. Stavolta l’obiettivo non è stato il biglietto in prima fila del concerto tanto atteso, ma la prima dose del vaccino anti Covid, che per migliaia di ragazzi sembra ora significare un passo decisivo verso la libertà perduta. Lunghe code virtuali, minuti da aspettare, secondo richiamo da organizzare, un gioco da ragazzi per la generazione “Ticket one” che dalla mezzanotte del 3 si è riunita in un tam tam di post entusiasti e commossi per la missione compiuta. «A noi temprati dalle sale d’attesa di Ticket one la fila per i vaccini non fa paura», scrive uno, «Sono emozionata neanche avessi prenotato la prima fila per un concerto» continua un’altra. L’orgoglio è quello di aver dimostrato di esserci e di aver compreso l’importanza di un gesto anche e soprattutto collettivo. «Lo sentite anche voi? Questo stridore soffocato di denti? Sono i no vax frustrati che delirano di conseguenze gravissime mentre apprendono che all’apertura del portale di Regione Lombardia più di 80 mila giovani si sono messi in coda. Evviva!», continuano.

I numeri

Per le quattro regioni partite con le prenotazioni non solo per gli over 16 ma anche dai 12 anni in su, i dati raccolti in poche ore sono stati più che positivi. La Lombardia, prima Regione in assoluto a dare il via libera alle 23 del 2 giugno, ha registrato 473.237 adesioni nella fascia d’età compresa dai 12 ai 29 anni: 54.918 dai 12 ai 15, 145.650 dai 16 ai 20 e 272.582 dai 20 ai 29. Quadruplicate le prenotazioni della Calabria, dalle 10 mila di media giornaliere si è arrivati a 50 mila nelle prime 4 ore successive all’apertura per la fascia 12-39. Secondo i dati aggiornati nel tardo pomeriggio del 3 giugno, la Regione Veneto ha raccolto 284.019 adesioni di soggetti di età superiore ai 12 anni, mentre in Campania si è raggiunta quota 120 mila, con picchi di 1.200 adesioni al minuto. Tra le Regioni partite invece direttamente dai 16 anni a salire è la Sicilia a registrare un vero e proprio boom, 120 mila prenotazioni con 23 mila adesioni per i 16-20 anni e un picco di 49 mila per i 20-29. La Regione Lazio, da ormai molti mesi portabandiera della campagna vaccinale, ha per ora deciso di privilegiare le fasce d’età più adulte aprendo però le vaccinazioni ai maturandi e registrando più di 40 mila iniezioni in 3 giorni.

Dati che tranquillizzano davvero?

I numeri raggiunti sono sicuramente alti ma ora la vera sfida sarà quella di mantenere il ritmo ben oltre l’ondata da click day. Il pericolo è quello di aver visto in prima battuta le adesioni dei convinti pro vax e di dover assistere a una flessione della curva a causa dei più scettici che non risponderanno all’invito. L’obiettivo è quello di raggiungere circa 7 milioni di soggetti candidati, una cifra importante su cui i dati raccolti nella prima giornata di via libera riescono a dire ben poco. «È un segnale positivo certo ma scarsamente informativo», commenta il responsabile Protezione civile della Regione Calabria, il dottor Salvatore Rotundo. «La platea è talmente ampia che è prematuro considerare la categoria dei giovani come completamente conquistata dal vaccino. È quello che ci auguriamo ovviamente ma al momento non possiamo dirlo. C’è stato un boom nelle prime ore, ma questo non vuol dire che tutti i 12enni decideranno di vaccinarsi per esempio».

A mostrarsi fiducioso è il professore Carlo Torti, primario di Malattie infettive del Policlinico di Catanzaro: «C’è da essere ottimisti, sono sicuro che la popolazione più giovane ha capito molto di più di quella più matura. Sono arrivati più preparati all’appuntamento e la diffidenza che c’era nella fase iniziale della campagna ora è diminuita». Il vero nodo per il professore saranno le vacanze e la data prevista per il secondo richiamo. «L’intenzione dei giovani di contribuire alla campagna vaccinale è sincera ma temo che soprattutto nel mese di agosto si rischi un’ importante quota di defezioni a causa delle vacanze programmate». Timore confermato dai primissimi commenti di chi durante la giornata ha ottenuto la data di prenotazione: «Vaccino il 1 luglio e il richiamo dovrebbe essere nelle prime due settimane di agosto, eccomi qui mentre non vado al mare», tweetta una giovane subito dopo aver prenotato.

La questione della partecipazione dei minorenni alla campagna vaccinale oggi si fa centrale anche rispetto al ruolo delle famiglie e dei pediatri, chiamati a occuparsi delle prenotazioni dei più piccoli. Su questo fronte il professor Angelo Ravelli, presidente della Società europea di reumatologia pediatrica e direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Gaslini di Genova, si mostra piuttosto prudente: «I numeri sono buoni ma la questione soprattutto per i più piccoli è delicata, anche per il fatto che i dati registrati in questi mesi di pandemia hanno più volte confermato per loro un rischio minore di contrarre forme gravi di infezione. Questo potrebbe essere un motivo di defezione e non sappiamo quanto i pediatri riusciranno a far breccia nei possibili timori delle famiglie, pur essendo fondamentali in virtù del rapporto di fiducia creato». Sul fronte dei ragazzi più grandi il professore si mostra fiducioso: «Non credo sarà un fuoco di paglia. Ci sono molti motivi che stanno spingendo i giovani a vaccinarsi e che li accomunano profondamente. Hanno sofferto troppo l’assenza di un elemento che è parte integrante della loro età e cioè la socialità, non credo che chi dovrà ancora prenotarsi sarà disposto a rinunciarvi».

#Mivaccinoperché

Il monitoraggio delle adesioni nei prossimi giorni sarà fondamentale anche per l’aggiunta delle diverse Regioni per ora tenutesi fuori dall’iniziativa incoraggiata dallo stesso generale Figliuolo. Intanto dal governo arrivano i primi tentativi di sensibilizzazione per i più giovani, nell’eventualità che scetticismi e timori possano prendere il sopravvento anche su di loro. L’hashtag #Mivaccinoperché è stato lanciato su TikTok, la piattaforma più frequentata da teenager, dalla ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone. L’obiettivo dei prossimi giorni sarà quello di coinvolgere nell’iniziativa anche influencer e tiktoker, uno strumento di comunicazione in più al fine di promuovere la condivisione di tutti quei buoni motivi che dovrebbero spingere i giovani a vaccinarsi.

«Abbiamo bisogno di chiarezza e di buoni esempi», dice Cecilia Cantarano a Open. Tiktoker da 2,9 milioni di follower, scelta dal ministero delle Politiche giovanili per la campagna pro vax. «Nelle ultime settimane i ragazzi che mi seguono non hanno fatto che chiedermi se anche io mi sarei vaccinata. Molti sono confusi e spaventati dalle tante fake news trovate in giro per il web, sono loro quelli a cui cercherò di rivolgermi e che spero davvero potranno cambiare idea». I primi esempi di #Mivaccinoperché sono già cominciati a circolare.

@folz.aa

##mivaccinoperché voglio tornare alla normalità ♥️

♬ Buongiorno vita – Ultimo
@aboutclementi

Le ragioni per cui mi vaccino💉❤️ ##mivaccinoperché

♬ original sound – Dayoung Clementi 🌴
@fabianadadone

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