L’incontro tra Draghi e Biden durante il G7: «Italia europeista e atlantista». Restano le divergenze di Usa e Ue sul fronte della Cina

I due avrebbero parlato per circa mezz’ora. Ancora irrisolto il nodo Pechino: gli Usa vorrebbero un approccio più duro, ma l’Ue frena

Nella seconda giornata del G7 di Carbis Bay in Cornovaglia, a margine delle sessioni di lavoro dedicate alla politica estera a tutto campo (dalle infrastrutture alla vaccinazione globale), hanno avuto luogo gli incontri tra i leader, compreso un colloquio tra il premier Mario Draghi e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Ieri il premier italiano aveva portato la sua ricetta economica sul tavolo del vertice, sottolineando l’importanza di puntare tutto su politiche di bilancio espansive per «rafforzare la crescita e proteggere i lavoratori, ma spostando l’asse dai sussidi agli investiment», insistendo però sul «dovere morale» di non lasciare indietro nessuno. Draghi è tornato su questi argomenti anche nell’incontro con Biden, che già si era dimostrato sulla stessa lunghezza d’onda parlando della necessità di un’economia «più inclusiva e giusta» durante la presentazione della sfida del G7 alla Nuova via della Seta cinese, promossa dall’amministrazione USA per contrastare l’espansione della Cina nei Paesi a medio e basso reddito.


L’incontro di Draghi con Biden

L’incontro Draghi-Biden è durato circa mezz’ora, e, a quanto si apprende da Palazzo Chigi, è andato molto bene. «Sin dalla formazione del governo sono stato molto chiaro che i due pilastri della politica estera italiana sono l’europeismo e l’atlantismo», ha affermato Draghi dopo il colloquio. «Con Biden siamo d’accordo su molti temi: donne, giovani, difesa degli ultimi, diritti umani, diritti civili, diritti sociali e tutela dell’ambiente che è il tema chiave della nostra presidenza del G20».


«Il quadro politico italiano cambia spesso, ma certe cose come la nostra profonda alleanza con gli USA non cambiano mai», ha detto Draghi a Biden. Il presidente USA ha raccontato a Draghi del suo amore per l’Italia e per Capri in particolare. «Considera di avere un invito permanente», ha scherzato il premier. Ma al di là delle cortesie e delle affinità personali, dalle fonti di Palazzo Chigi risulta che nella conversazione tra i due leader non sia stato toccato il tema della Cina, che invece è al centro del G7 di Carbis Bay.

Le divergenze USA-Ue sulla Cina

Al secondo giorno di vertice, la Cina divide il G7. A essere schierati nettamente con Biden sono il premier britannico Boris Johnson e il premier canadese Justin Trudeau, che promuovono tutte le misure più dure per arginare la Cina. Sul fronte opposto, i vertici del’l’Unione europea e i tre leader presenti al G7, in particolare Draghi e la cancelliera tedesca Angela Merkel, molto più cauti e interessati a enfatizzare le possibili aree di cooperazione con Pechino. Il presidente francese Emmanuel Macron, dal canto suo, pur essendo sulla stessa linea sembra intenzionato a cercare – e a esibire – una relazione privilegiata con Biden.

Secondo media statunitensi – che hanno citato fonti governative -, tra i leader di USA e Ue ci sarebbe stata una «discussione interessante con delle differenze di opinione». Il nodo da sciogliere non riguarda se riconoscere o meno la minaccia posta dalle ambizioni della Cina, ma sulla reazione per contrastarla. I leader avrebbero parlato di una task force, con Merkel dettasi disponibile ma solo se sarà centrata su un’agenda che metta al centro la lotta al cambiamento climatico e l’interscambio commerciale. Secondo la Cancelliera, è necessario adottare «un’agenda positiva» per avere un’adesione più numerosa di alleati.

Anche le fonti dell’Ue confermano divergenze sulla Cina, ma contestano che Germania e Italia abbiano assunto una linea troppo morbida, come invece trapela dalle fonti statunitensi. Merkel e Draghi, viene spiegato, hanno insistito per capire meglio il ruolo della task force ipotizzata per affrontare le sfide che arrivano dalla Repubblica Popolare. L’Ue ha un approccio molto articolato con Pechino: da una parte si guarda alla cooperazione Ue-Cina sulle sfide globali, dall’altra la si vede come un concorrente economico ed un rivale sistemico. La discussione resta aperta, e inevitabilmente sarà al centro delle discussioni del summit USA-Ue del 15 giugno.

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