La Cina contro il G7: «Non vi intromettete nei nostri affari». Pechino sull’origine della pandemia: «Dai leader attacchi politici su caso scientifico»

Le pressioni di Usa e Ue su Pechino infastidiscono la Cina. Ma la Nato frena: «Non vogliamo una nuova guerra fredda»

L’origine sull’epidemia del Covid-19 sta animando ulteriormente le tensioni tra Cina e Paesi del blocco occidentale, soprattutto gli Usa, impegnati fino a ieri nel G7 in Cornovaglia. Usa e Ue hanno chiesto che venga fatta una nuova indagine sull’origine del Coronavirus, e oggi, 14 giugno, il portavoce dell’ambasciatore cinese a Londra ha dichiarato che la Cina ha sempre «mantenuto un atteggiamento aperto e trasparente, assumendo un ruolo guida nella cooperazione sulla sua tracciabilità con l’Oms». Non bisogna, ha detto, «politicizzare» la pandemia, ma seguire un lavoro svolto in «modo scientifico, obiettivo ed equo». I venti anti-Cina che si sono alzati dal summit di Cabris Bay hanno infastidito Pechino anche su altri punti di vista: la Cina ha accusato il G7 di «manipolazione politica» e «interferenza» nei propri «affari interni», alla luce della posizione espressa ieri dal Gruppo sulla questione dei diritti umani nello Xinjiang e a Hong Kong. «Il Gruppo dei Sette (G7) sfrutta le questioni relative allo Xinjiang per dedicarsi alla manipolazione politica e interferire negli affari interni della Cina, noi ci opponiamo fermamente», fa sapere l’Ambasciata. «I tempi in cui le decisioni erano dettate da un piccolo gruppo di Paesi sono finiti da molto. Noi crediamo che i Paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, poveri o ricchi, siano tutti uguali, e che gli affari del mondo devono essere gestiti attraverso la consultazione tra Paesi».


La Nato: «Non stiamo entrando in una nuova guerra fredda»

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha parlato del rapporto con la Cina nel corso del doorstep organizzato prima del vertice Nato, che inizierà alle 13, e nel quale sarà ospite anche Recep Tayyip Erdogan. «Non stiamo entrando in una nuova Guerra Fredda e la Cina non è il nostro avversario, né il nostro nemico», ha detto, aggiungendo che «bisogna però affrontare insieme, come alleanza, le sfide che l’ascesa della Cina pone alla nostra sicurezza». Con la Cina, ha proseguito, «siamo impegnati sui cambiamenti climatici e sul controllo degli armamenti ma la sua struttura militare e il suo comportamento finalizzato ad aumentare la sua influenza pongono delle sfide all’Alleanza Atlantica».


Immagine di copertina: EPA/WU HONG

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