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Guida all’incontro Biden-Putin: gli «onesti nemici» che si contendono l’Europa

16 Giugno 2021 - 07:46 Federico Bosco
Dopo aver compattato l’alleanza delle democrazie, il presidente americano incontra il presidente russo per cercare un equilibrio con il suo «degno avversario» in funzione anti-Pechino

Dopo essersi incontrati durante le giornate del G7 di Carbis Bay, ieri il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è riunito a Bruxelles con i vertici dell’Unione europea per il bilaterale Usa-Ue. Al centro del summit i soliti dossier: vaccini, Covid-19, cambiamento climatico, investimenti high tech e sicurezza. L’incontro è stato l’occasione per celebrare la soluzione della disputa causata dai finanziamenti governativi ad Airbus e Boeing, un contenzioso che durava da 17 anni. Il vertice Usa-Ue ha permesso di celebrare con un risultato concreto il rapporto transatlantico ritrovato, ma il summit è durato poco, l’attenzione di Biden era già rivolta a oggi per l’incontro a Ginevra con il presidente russo Vladimir Putin. La pace sulla disputa Boeing-Airbus è un segnale di ripartenza dei rapporti Usa-Ue che, insieme al G7 e al summit della Nato, permette a Biden di incontrare Putin in qualità di leader dell’alleanza delle democrazie che si sta compattando per contrastare la Cina e la Russia. L’incontro è iniziato alle 13, il Cremlino ha fatto sapere che i colloqui saranno allargati anche ministri degli esteri e dovrebbero durare «4-5 ore comprese le pause». 

Durante il vertice della Nato, Biden ha definito Putin come «un duro» e un «degno avversario», affermando che si è preparato all’incontro di Ginevra con l’idea di trovare le modalità per una cooperazione tra Washington e Mosca. «Gli Usa non stanno cercando un conflitto con la Russia, ma sono pronti a rispondere se il paese continuerà con le sue attività dannose», ha detto Biden, avvertendo il presidente russo che se Alexei Navalny dovesse morire in prigione le relazioni sarebbero gravemente danneggiate. Anche Putin ha mandato dei messaggi a Biden in vista dell’incontro. Nella sua intervista alla redazione di NBC News a Mosca – la prima ai media statunitensi dal 2018 – il presidente russo ha definito «ridicole» le accuse sui cyber attacchi, esortando gli USA a fornire le prove, e definito come prigionieri politici i rivoltosi dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio. «Se sono andati al Congresso con richieste politiche, metterli in prigione non è persecuzione per le opinioni politiche?».

Putin si è detto disponibile a discutere uno scambio di prigionieri con gli Usa, mentre riguardo a Navalny, ha detto che verrà trattato come qualsiasi altro detenuto, rifiutandosi di garantire personalmente che uscirà vivo di prigione. «Questo è qualcosa di cui è responsabile l’amministrazione del carcere o istituto penitenziario». Su una cosa invece Biden e Putin sono d’accordo: le relazioni Usa-Russia sono al minimo storico degli ultimi anni. Anche la Cina ha voluto far sentire la sua presenza in vista dell’incontro, rivendicando la sua «amicizia indissolubile» con la Russia, in riferimento alle considerazioni emerse dal vertice Nato di lunedì che definivano «pericolose» le relazioni russo-cinesi. «Consiglio a coloro che cercano di tracciare un cuneo tra Cina e Russia, che qualsiasi tentativo di interrompere i legami sino-russi è destinato a fallire», ha detto il portavoce del ministero degli esteri cinese Zhao Lijian.

Le prospettive dell’incontro Biden-Putin

L’idea di Biden è che le alleanze con l’Ue e le altre democrazie occidentali siano un vantaggio strategico per gli USA finalizzato alla ripresa dell’economia dopo la Covid-19 e nella competizione globale con la Cina e la Russia, soprattutto perché nessuno dispone di un fronte altrettanto compatto di alleati. Dall’incontro di Ginevra dovrebbe arrivare un leggero disgelo tra Biden e Putin, necessario per entrambi sia sul fronte interno che internazionale, al di là della strategia e delle posizioni politiche. Usa e Russia hanno bisogno di un minimo di prevedibilità e un «codice di condotta» nelle relazioni bilaterali. Il risultato più ambizioso sarebbe la promessa del ritorno degli ambasciatori a Mosca e a Washington, ma anche in questo caso l’ostilità e la diffidenza resteranno. Ancora oggi Stati Uniti e Russia si contendono egemonia e supremazia su alcune regioni d’Europa: Ucraina, Georgia, Bielorussia, mare del Nord, mar Baltico e mar Mediterraneo. 

Tuttavia, per la Russia è preferibile conservare la relazione con un onesto nemico piuttosto che abbandonarsi tra le braccia di un pericoloso (e più potente) amico in ascesa. Il rapporto tra Russia e Cina è più un rapporto di convenienza che un’alleanza, le due potenze hanno interessi e obiettivi geopolitici molto diversi, troppo per costruire e consolidare un asse strategico. Cercare un parziale avvicinamento su alcuni dossier per dividere Mosca da Pechino è nell’interesse dei paesi occidentali. 

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