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Euro 2020, sequestrate 600 piattaforme pirata che trasmettevano le partite dei gironi: multati gli utenti

I responsabili dei servizi rischiano la reclusione da sei mesi a tre anni, più una multa fino a 15.493 euro. Gli utenti finali, invece, riceveranno una sanzione amministrativa per un importo massimo di 1.032 euro

Sono stati oscurati dal nucleo speciale per le frodi tecnologiche della guardia di finanza di Roma oltre 600 risorse informatiche – server, gestionali, siti vetrina e portali di live streaming – sui quali proliferava la pirateria di contenuti sportivi. Nello specifico, centinaia di migliaia di utenti, nell’ultima settimana, stavano approfittando delle risorse illegali per guardare le partite di Euro 2020. Ed è stata proprio una segnalazione della Uefa, titolare dei diritti di trasmissione della competizione, a far scattare l’operazione Euro Strike 2020. Gli investigatori informatici sono riusciti ad acquisire i dati identificativi di chi usufruiva, illegalmente, delle partite in streaming. La trasmissione dei contenuti avveniva con le cosiddette Iptv, sistema – non per forza illegale – che nasce per guardare segnali televisivi sfruttando la connessione internet. Singolare, nell’indagine della guardia di finanza, che analizzando il codice dei portali di streaming, sia comparso il messaggio «Xtream Codes Reborn», in riferimento alla piattaforma pirata mondiale smantellata nel 2019. I responsabili dei servizi rischiano, adesso, la reclusione da sei mesi a tre anni, più una multa fino a 15.493 euro. Gli utenti finali, invece, riceveranno automaticamente una sanzione amministrativa per un importo massimo di 1.032 euro. La guardia di finanza segnala che l’industria dell’audiovisivo, in un momento già gravemente segnato dalle difficoltà derivanti dalla pandemia di Covid-19, ha perso nel solo 2020 oltre 8 mila posti di lavoro proprio per effetto di fenomeni criminali.


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