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Cartabellotta: «Ora le mascherine non servono più. Autunno ancora a rischio per le varianti»

21 Giugno 2021 - 07:37 Redazione
cartabellotta mascherine partite
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Il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta mette in guardia: con le partite il rischio contagio si alza. Ma ora la minaccia più concreta è il colpo di coda del virus in autunno

In un’intervista rilasciata oggi a la Repubblica il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta dice che le mascherine all’aperto non servono più visto che la diffusione del Coronavirus è bassa. Ma lancia anche un allarme: se non tracciamo i contagi in autunno rischiamo la Terza Ondata. Anche se i vaccini eviteranno le conseguenze più serie per chi si ammala. Non solo: Cartabellotta mette anche in guardia dal rischio esultanza durante Euro 2020: «La mascherina all’aperto possiamo toglierla, soprattutto se siamo vaccinati. Ma dobbiamo rimetterla se non possiamo restare distanti o se ci troviamo in situazioni in cui si urla o si canta. In questo caso il virus si diffonde più facilmente». Secondo il medico proprio le partite sono un contesto che può favorire il contagio. Anche se ormai quasi tutti non le mettono più: «Mi pare che la gente abbia già deciso. Oggi sono stato a Riccione e in mancanza di ogni controllo la metà delle persone non la portava. Il 40% la teneva sotto al naso o al mento. Noi che la portavamo eravamo il 10%». E i vaccini ci aiutano: «I dati dell’Istituto superiore di sanità dicono che l’immunizzazione protegge all’80% dal contagio, al 90% dal ricovero e al 95% dal decesso. Vuol dire che il 20% di vaccinati continua a infettarsi e potenzialmente a infettare». Il pericolo però è il dietrofront in autunno: «Dipende dal virus e dalle varianti. Possiamo prevedere le variabili che dipendono da noi, non quelle che dipendono da lui».

Subito il tracciamento per contenere le varianti

Per evitarlo bisogna riprendere sequenziamento e tracciamento: «Siamo a un livello di circolazione del virus abbastanza basso da poter riprendere il tracciamento dei casi, ma purtroppo le regioni sono disincentivate, per paura di dover uscire dalla zona bianca. Dovremmo anche potenziare il sequenziamento del virus per accorgerci in tempo delle varianti. Se non lo facciamo ora che la situazione è calma, resteremo in balia degli eventi. Rischiamo di vedere gli effetti di una variante più contagiosa solo dopo l’aumento dei casi».

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