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«I manifestanti volevano trascinarmi giù e aggredirmi». Le prime parole del camionista che ha travolto Adil

21 Giugno 2021 - 15:27 Redazione
Il conducente del tir: «Mi hanno circondato, hanno aperto la portiera, volevano trascinarmi già dall'abitacolo»

Alessio Spaziano, 24 anni, è il camionista che, lo scorso 18 giugno, ha investito e ucciso Adil Belakhdim, 37enne sindacalista di SiCobas. La mattina del 21 giugno, dopo un interrogatorio di circa tre ore nel carcere di Novara, il gip del tribunale ha disposto per lui gli arresti domiciliari. Durante la sua ricostruzione, Spaziano ha dichiarato: «Mi spiace per quello che è successo. Non volevo investire nessuno. Mi dispiace per Adil e per la sua famiglia». Dopo aver fornito i dettagli dell’incidente avvenuto davanti ai cancelli della Lidl di Biandrate, in provincia di Novara, il legale del conducente, l’avvocato Gabriele de Juliis, ha ribadito: «La nostra collaborazione è stata massima». Spaziano deve affrontare l’accusa di omicidio stradale e resistenza: il camionista, dopo il fatto, non si è fermato a prestare soccorso, ma ha continuato la sua corsa.

La versione di Spaziano

«C’è stato un litigio prima», ha raccontato il conducente del camion al gip. Prima dell’incidente, poi, Spaziano si sarebbe fermato due volte di fronte al picchetto dei manifestanti, prima di sterzare a destra e investire Adil. «I manifestanti mi hanno circondato, hanno aperto la portiera, volevano trascinarmi già dall’abitacolo. Mi hanno aggredito», ha aggiunto l’autista. Dopo essersi «divincolato», Spaziano avrebbe accelerato per sottrarsi alla ressa, «ma non vedevo Adil o nessun altro. Era dietro alla motrice, non davanti». Spaziano ha spiegato di non aver arrestato il mezzo quando i manifestanti hanno iniziato a urlare «Fermati!» perché pensava che le intimazioni fossero legato al litigio, e non all’incidente. «Pensavo volessero farmi scendere e linciarmi. Per questo ho avuto paura e sono andato via». Allora come mai, dopo dieci minuti di strada, l’autista si è fermato all’uscita di Novara Ovest e ha telefonato al suo padrino di cresima – un poliziotto – e gli chiede come comportarsi? «Non sapevo di aver investito qualcuno. Avevo capito che era successo qualcosa, ma non pensavo a niente di così grave».

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