Scontro Ue-Ungheria, Sassoli in pressing sulla Commissione: «Agisca o ci rivolgeremo alla Corte di Giustizia». Orbán: «Von der Leyen vergognosa»

Il presidente del parlamento europeo: «Siamo convinti che vi siano alcune flagranti violazioni dei principi dello stato di diritto, devono essere sanzionate»

Il presidente del parlamento europeo David Sassoli va in pressing sulla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sulla legge ungherese contro i diritti Lgbtq+. In una lettera Sassoli chiede alla Commissione di adempiere agli obblighi previsti dai trattati dell’Ue per garantire il rispetto dello Stato di diritto in tutti gli Stati membri. «Siamo convinti che vi siano alcune flagranti violazioni dei principi dello stato di diritto da parte di alcuni Stati Membri che devono essere sanzionate», scrive Sassoli. «Naturalmente, in assenza di reazioni da parte della Commissione nei tempi assegnati dai Trattati, agiremo contro di essa alla Corte di Giustizia».


Come indicato dalla nostra risoluzione del 10 giugno 2021, ho scritto alla Presidente della Commissione, a nome del Parlamento europeo e sulla base dell’articolo 265 del TFUE, per invitare la Commissione ad adempiere ai suoi obblighi di custode dei trattati e a garantire la piena e immediata applicazione del regolamento relativo alla condizionalità sul rispetto dello Stato di diritto.
Siamo convinti che vi siano alcune flagranti violazioni dei principi dello stato di diritto da parte di alcuni Stati Membri che devono essere sanzionate.
Naturalmente, in assenza di reazioni da parte della Commissione nei tempi assegnati dai Trattati, agiremo contro di essa alla Corte di Giustizia.


Il messaggio di Sassoli arriva dopo la dichiarazione firmata ieri dall’Ue contro Budapest. Oggi la presidente von der Leyen ha attaccato il premier ungherese Viktor Orbán dicendo che le norme adottate da Budapest sono «una vergogna». A stretto giro è arrivato anche il commento della cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha definito la legge come «sbagliata». Quindi la risposta dal governo ungherese attraverso una nota ufficiale: «Una vergogna sono le parole di von der Leyen». Nella replica Budapest ha etichettato le politiche di Bruxelles come «di parte». «La dichiarazione della presidente della commissione europea», si legge nel messaggio, «è una vergogna perché basata su asserzione false» che dimostra «un’opinione politica di parte senza che sia stata condotta prima una imparziale valutazione». Nel frattempo lo stesso Sassoli ha approvato la richiesta di una eurodeputata tedesca dei Verdi, Terry Reintke, di illuminare il palazzo del Parlamento europeo con i colori dell’arcobaleno.

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