Omicidio Saman Abbas, primi riscontri vicino una serra: si inizia a scavare

L’accelerazione nelle ricerche arriva dopo le dichiarazioni del fratello della ragazza ai magistrati su un possibile punto in cui l’avrebbe seppellita lo zio dopo averla uccisa

Potrebbe essere vicina a una svolta la ricerca del corpo di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa lo scorso 1 maggio. Questa mattina le indagini con l’elettromagnetometro in corso da giorni nel campo agricolo in cui lavorava la sua famiglia ha dato riscontri su un’area ben definita. Nello stesso punto vicino a una serra avrebbero indicato la presenza di qualcosa anche i cani molecolari. Sotto il coordinamento dei carabinieri di Novellara, nel Reggiano, si è quindi cominciato a scavare utilizzando un bobcat. L’accelerazione nelle ricerche arriva anche dopo le ultime dichiarazioni fatte dal fratello della 18enne, che ai magistrati avrebbe detto di poter indicare un’area ristretta in cui l’avrebbe seppellita lo zio, indagato assieme ad altri quattro famigliari per l’omicidio della ragazza.


Si scava vicino una serra a 55 giorni dalla scomparsa di Saman Abbas

La 18enne pakistana risulta scomparsa da ormai 55 giorni. Da quando, secondo le convinzioni della procura di Reggio Emilia, la ragazza è stata uccisa da suo zio nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio. Del giorno precedente gli inquirenti sono entrati in possesso delle immagini delle telecamere di sicurezza presenti nell’azienda agricola in cui lavoravano i genitori di Saman. In quel video si vedono lo zio di Saman e due cugini armati di pale e secchi mentre si dirigono verso le serre. Secondo la procura, quella notte i tre stavano preparando il terreno per seppellire la ragazza. Un dettaglio che ha convinto gli inquirenti sul fatto che l’omicidio fosse stato premeditato dal clan famigliare, dopo che la ragazza si era rifiutata di sposarsi in un matrimonio combinato con un cugino in Pakistan.


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