Terrorismo, l’allarme degli 007 italiani: «Le missioni nel Sahel innalzano il rischio di attacchi nel nostro Paese»

Secondo fonti di intelligence, gli avvertimenti all’Italia potrebbero innescare azioni da parte di lupi solitari

Il nuovo impegno militare italiano nel Sahel, con contingenti nell’ambito dell’operazione Takuba – tra Niger, Mali e Burkina Faso – innalzano il livello di rischio per i connazionali e per gli interessi italiani dislocati in quei territori dove l’Isis, in ritirata da Iraq e Siria, si sta espandendo, ma non solo. A dirlo sono fonti dell’intelligence all’Ansa, che specificano come la minaccia riguarderebbe anche il territorio italiano perché, anche se non vi sono allo stato informazioni di gruppi terroristici strutturati all’interno dei nostri confini, gli “avvertimenti” all’Italia potrebbero innescare azioni isolate da parte di lupi solitari.


Isis e le minacce all’Italia

Ieri il mondo della politica ha espresso solidarietà al ministro degli Esteri Luigi Di Maio in seguito alle minacce che sono state rivolte dall’Isis nell’editoriale dell’ultimo numero del settimanale Al Naba. Qui si parla delle preoccupazioni dell’Italia per la presenza dell’Isis in Africa e dell’incontro della coalizione anti-Daesh presieduta dal ministro degli Esteri e dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken, «nella Roma dei crociati». «Il ministro degli Esteri italiano ha ammesso che “non è sufficiente” combattere l’Isis in Iraq e Siria, ma bisogna guardare ad altre regioni in cui è presente, ha definito “preoccupante” l’espansione dello stato islamico in Africa e nel Sahel, affermando che proteggere la regione significa proteggere l’Europa», si legge nell’editoriale del settimanale dell’Isis.


E ancora: «Non c’è dubbio che i timori di Roma siano fondati, i mujaheddin hanno minacciato Roma dai deserti dell’Iraq. E i mujaheddin dello Stato islamico aspettano ancora la realizzazione della promessa fatto loro da Dio l’Onnipotente: questa è Dabiq, questa è Ghouta, questa è Gerusalemme e quella è Roma, noi vi entreremo sicuramente, arriveranno epiche battaglie, stanno arrivando». Secondo gli analisti della nostra intelligence – che hanno studiato a lungo l’editoriale di al-Naba, la propaganda dello Stato islamico è in questa fase finalizzata soprattutto ad affermare la propria vitalità, nonostante le sconfitte degli ultimi anni. E viene individuato proprio il Sahel quale attuale terreno di scontro, dove alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, hanno dato vita alla nuova missione Takuba.

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