Concorso per il Sud, il Tar dà ragione a Brunetta: «Sì ai candidati ripescati per non sprecare fondi pubblici»

Il dipartimento della Funzione pubblica aveva ammesso al concorso ben 70 mila persone, in un primo momento escluse, facendo infuriare tutti gli altri candidati (che avevano già sostenuto la prova)

Il dipartimento della Funzione pubblica aveva ragione. I 70 mila esclusi al Concorso per il Sud, poi ripescati, avevano tutto il diritto di partecipare alla prova scritta. Un “ripescaggio” che non ha causato alcun danno agli altri candidati che, invece, avevano presentato ricorso. Oggi, infatti, il Tar del Lazio ha respinto la loro richiesta e dato ragione al ministero guidato da Renato Brunetta. Il provvedimento di rettifica del dipartimento della Funzione pubblica – si legge – «non incide sui requisiti di ammissione che restano inalterati né muta gli elementi e i valori della selezione». Quindi la modifica, in fretta e furia, del concorso, in corso d’opera, si poteva fare eccome. Almeno in questi termini.


Cosa dice il Tar del Lazio

Il Tar del Lazio è chiarissimo: «Nella scelta dell’amministrazione non sembra ravvisabile alcun profilo anti-meritocratico, stante il mantenimento di entrambi i criteri selettivi così come originariamente concepiti (punteggio per i titoli, superamento della prova scritta a risposta multipla) e corrisponde all’evidente interesse pubblico di evitare, per quanto possibile, che posti messi a bando vadano dispersi con dispersione di risorse pubbliche».


Cosa chiedevano i candidati

I candidati, che avevano presentato ricorso al Tar del Lazio, chiedevano di essere inseriti direttamente nella graduatoria definitiva, «indipendentemente dagli esiti della prova scritta di giugno, considerata la scarsa affluenza della prova». In alternativa avrebbero voluto una posizione «preferenziale» rispetto ai candidati riammessi anche attraverso l’istituzione di due distinte graduatorie. E, invece, il Tar ha detto di no.

Il percorso travagliato del Concorso per il Sud

Dopo la protesta dei giovani che lamentavano il fatto di sentirsi scoraggiati alla partenza (a causa della preselettiva per titoli ed esperienze che, di fatto, avvantaggiava i professionisti), è arrivato il flop della prima prova. Troppo pochi i candidati che si sono presentati. Circostanza che ha spinto il dipartimento della Funzione Pubblica a riammettere tutti, circa 70 mila persone, inizialmente escluse, da aggiungere agli 8 mila già valutati alla prima tornata. Il risultato? Flop anche alla seconda prova. Ancora pochi candidati e solo 821 assunti a fronte di 2.800 posti da coprire. Insomma, sono stati occupati solo meno di un terzo dei posti disponibili. Intanto, però, gli 8 mila si erano già ribellati, visto che poi si erano dovuti confrontare con i restanti 70 mila ripescati, presentando ricorso al Tar. Un ricorso che oggi è stato respinto.

Foto in copertina: ANSA/FABIO FRUSTACI

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