Ddl Zan, Italia Viva vota con il centrosinistra: respinta la pregiudiziale di Pillon. Ma Renzi insiste: «Troviamo un accordo»

Il disegno di legge, nonostante il clima infuocato, avanza in aula. Il centrosinistra: «Il Senato ha dimostrato che la maggioranza sul ddl Zan c’è». Domani mattina, 14 luglio, si vota sulla richiesta di sospensiva

È arrivato il ddl Zan day. Oggi, a distanza di otto mesi dal voto alla Camera, la legge contro l’omotransbifobia, il cui promotore è il deputato Alessandro Zan, sbarca in aula al Senato, dopo settimane di ostruzionismo in commissione Giustizia da parte di Lega e Forza Italia. Il pericolo, adesso, è che, senza intese nella maggioranza, si arrivi a un rinvio della discussione a settembre. Una vera e propria guerra tra ostruzionismo, voto segreto (con franchi tiratori dall’una e dall’altra parte) ed emendamenti dei contrari. Il centrodestra, infatti, vorrebbe limare il testo (con la senatrice forzista Licia Ronzulli che, in un’intervista a Open, definisce il ddl Zan «un pasticcio») mentre Pd, Leu e M5s vorrebbero lasciare tutto com’è, senza perdere altro tempo evitando, di fatto, che la legge torni alla Camera. Italia Viva, invece, vorrebbe presentare alcuni emendamenti per cambiare il ddl così da trovare una mediazione.


L’inizio del dibattito, Ostellari chiede di sospendere la seduta per trovare l’intesa. Casellati accetta e scoppiano le proteste

Mentre nella Capitale si sviluppano diverse manifestazioni pro e contro ddl Zan, in Aula ha aperto il dibattito il presidente della commissione giustizia, Andrea Ostellari. Il leghista ha chiesto subito alla presidente del Senato Elisabetta Casellati di sospendere la seduta e convocare la conferenza dei capigruppo per verificare la possibilità di trovare ancora un’intesa. «In 15 giorni si può arrivare a un testo condiviso e votare ad ampia maggioranza un testo migliore senza le criticità tecnico giuridiche. Nel testo ci sono nodi giuridici, non ideologici». Casellati ha accolto con favore la richiesta ed è scoppiato il caos in aula. È intervenuto allora il senatore del Pd Franco Mirabelli, quando la presidente del Senato aveva già dato ordine di sospendere la seduta. «Siamo qui in aula, finalmente, entriamo nel testo, ci assumiamo ognuno le proprie responsabilità. È un provvedimento che riguarda la vita delle persone: giochini, tattiche, furbizie vanno chiusi. Adesso basta. Si lavori in Aula, lo si faccia bene, perché in commissione purtroppo non ci sono state le condizioni neanche per avviare la discussioni».


Maiorino: «Il centrodestra non è interessato ad alcuna mediazione»

La presidente, visto il clima infuocato, ha deciso di far intervenire più persone possibile in aula – nonostante la sospensione formale vigente – ribadendo però che prima di ogni decisione bisognerà attendere la capigruppo, convocata nel pomeriggio. Alessandra Maiorino, senatrice del Movimento 5 stelle e membro della commissione giustizia, dopo un intervento concitato del senatore Pietro Grasso, ha detto: «La mediazione sarebbe possibile se chi vuole mediare davvero fosse interessato a tutelare i diritti delle persone in questione. Così non è», ha esclamato in riferimento agli ululati e i fischi che sono piovuti dai banchi del centrodestra. «La commissione giustizia è stata calpestata nelle sue prerogative, il presidente Ostellari ci ha impedito il voto anche sulla calendarizzazione. Ora bisogna rispettare il voto dell’aula del Senato sulla calendarizzazione del provvedimento e avviare la discussione generale sul ddl Zan».

I fischietti nascosti dietro le mascherine

«Gli Europei di calcio li abbiamo già vinti, non voglio un clima da stadio in quest’aula – è dovuta intervenire Casellati -. Non possiamo vedere chi ha nascosto i fischietti dietro le mascherine». In un tentativo di placare le proteste provenienti dai banchi del centrosinistra, la presidente del Senato ha poi spiegato che la «decisione di convocare la capigruppo era stata già presa prima della richiesta del senatore Ostellari. Lo avevo scritto nella chat con i capigruppo». Ignazio La Russa, di Fratelli d’Italia, ha chiesto a Casellati di non fare passi indietro sulla sua scelta di sospendere la seduta appena iniziata, parlando di «cortesia istituzionale nei confronti di un presidente di commissione». Il compagno di partito di Ostellari, il senatore Roberto Calderoli, nel suo intervento ha sottolineato che la capigruppo è la sede giusta per cercare una mediazione: «Convengo con il presidente Ostellari sulla convocazione di una capigruppo, dove forse all’interno di una stanza senza telecamere possa davvero essere esperito quel tentativo della ricerca di una mediazione. Non ci saranno bandierine, ma se qualcuno vuole raggiungere un risultato serio e concreto, quella è la sede propria – e ha ricordato a Casellati che – tutti gli interventi non erano sull’ordine dei lavori e non avrebbero dovuto esserci perché lei, presidente Casellati, aveva disposto la convocazione della capigruppo e la sospensione della seduta». Alle 17.23, Casellati ha congedato tutti è convocato immediatamente la capigruppo.

La capigruppo decide di far proseguire il dibattito in aula

Una lunga riunione dei capigruppo al Senato ha stabilito che possa proseguire l’esame del ddl Zan in aula. La presidente Simona Malpezzi ha riferito che, all’unanimità, è stato approvato il calendario «Martedì – 20 luglio – alle 12 scade il termine degli emendamenti sul ddl Zan», ha aggiunto la senatrice del Pd. Il programma prevede che nella restante parte di oggi, 13 luglio, l’aula esamini la questione pregiudiziale di incostituzionalità presentata dalla Lega. Domani si riprenderà con l’esame della richiesta di sospensiva e, successivamente, inizierà la vera e propria discussione generale. «Non è cambiato nulla rispetto a quelli che erano i tempi richiesti dall’aula la scorsa settimana. Per cui si va avanti col calendario», ha chiarito, ancora una volta, Malpezzi. Il senatore grillino Ettore Licheri ha aggiunto: «Stiamo lavorando per provare a scongiurare lo slittamento a settembre». Per Antonio Tajani, di Forza Italia, «il testo presentato dalla sinistra è un testo che non tutela i diritti di libertà dei cittadini e rischia di togliere la podestà dei genitori nei confronti dei figli per quanto riguarda l’educazione e di creare reati di opinione». Ostellari, infine, ha auspicato «disponibilità al dialogo. Se c’è, i tempi sono molto ragionevoli: in un paio di settimane si riuscirebbe ad avere il testo votato, modificato condiviso e quindi pronto a essere votato dalla maggioranza». Intorno alle 19 è ripresa la seduta in aula, che sarà interrotta alle 20 e riprenderà la mattina del 14 luglio.

Renzi: «O voi fate di questa aula un luogo di scontro tra ultrà, o si assume la responsabilità di trovare un accordo»

Matteo Renzi ha chiarito subito che Italia Viva voterà contro la questione pregiudiziale. «E con questo potrei cavarmela – ha aggiunto però, prima di enunciare le perplessità del suo partito -. Non siamo degli influencer che mettono i like. Non siamo quelli che pensano che la politica faccia schifo – lampante la frecciatina a Chiara Ferragni che ha criticato su Instagram il senatore toscano -. Non siamo quelli che in Italia pensano che ci sia il monocameralismo. Finché ci sono due Camere, qui dentro si discute, altrimenti si dà ragione all’antipolitica». Come già annunciato nelle scorse settimane, Renzi ha poi invitato i partiti a lavorare per una mediazione: «Ora siamo a un passo, a un centimetro e io qui ragiono di politica: o fate di quest’aula un luogo in cui gli ultrà si confrontano e non si porta a casa il risultato, e lo scrutinio segreto è un rischio per tutti, o si assume la responsabilità politica di trovare un accordo che è a portata di mano, è a un passo, ma pure di metodo. Va chiesto a tutte le forze parlamentari di fare un patto politico affinché alla Camera questa legge, ove venisse modificata dal Senato, sia approvata in due settimane. Senza accordo si gioca con la vita di quei ragazzi», aggrediti e discriminati. Un accordo che si sostanzierebbe, per Italia Viva, nella modifica degli articoli 1, 4 e 7 del disegno di legge Zan.

Salvini: «Togliamo ciò che divide e lasciamo meno spazio di interpretazione possibile ai giudici»

Dopo l’intervento di Lucio Malan, senatore di Forza Italia, che ha definito come un «flatus vocis» l’intervento di Renzi – il quale ha chiesto la mediazione ma ha voterà con il centrosinistra contro la pregiudiziale del leghista Simone Pillon – ha preso parola Matteo Salvini. «Chiedo di superare gli steccati ideologici, guardandoci in faccia», ha esordito il segretario del Carroccio. «Non penso che in aula ci sia un solo senatore che discrimini in base al sesso e alla sua scelta di vita, e se c’è vuol dire che è un cretino che non merita di stare in quest’aula». Poi ha esortato i colleghi, «se l’obiettivo comune è tutelare il diritto all’amore, che è sacro – a porre da parte – le bandiere, l’ideologia, i paraocchi. Togliamo quello che divide, i bambini, le scuole elementari. E il reato deve essere chiaro lasciando meno spazio di interpretazione possibile ai giudici». Facendo ciò, Salvini ha rassicurato il Senato che «in un mese si approva una norma di civiltà, tra Senato e Camera». In un accorato appello ha ringraziato persino il deputato del Pd, Alessandro Zan, volto del disegno di legge che porta il suo nome: «Io ringrazio i promotori di questa legge, e spero che il tratto finale di questo percorso ci veda insieme perché sarebbe un bellissimo segnale». Il senatore ha chiesto anche di ridiscutere gli accordi commerciali con quei Paesi come l’Iran i cui ordinamenti prevedono il carcere e la pena di morte per gli omosessuali. E ha concluso: «Se qualcuno per tenere uniti i suoi partiti non vuole che gay e trans vengano tutelati lo dica».

De Petris martella i due Matteo

«Ho ascoltato l’appello di Salvini ma una domanda corre d’obbligo: perché questo appello a rispettare i diritti – riferendosi alla proposta di accordo tra centrosinistra e centrodestra sul ddl Zan – non l’ha fatto ai suoi alleati dell’Ungheria di Orban? E allora quando si fa un appello alla mediazione in nome della possibilità di trovare un accordo per punire chi discrimina, innanzitutto bisogna essere coerenti, ma anche sapere esattamente quello che si dice e si scrive, perché senatore Salvini, l’ha letta la questione pregiudiziale a firma Pillon della Lega? Dice che in realtà, al di là di tutta la pantomima sull’accordo, si mette in discussione addirittura la legge Mancino». Così Loredana De Petris, esponente di Liberi e uguali, intervenuta subito dopo il leader leghista. Ma la senatrice riserva un attacco anche all’altro Matteo, Renzi, che ha parlato prima di lei: «Io ho votato la fiducia sulle unioni civili a un governo di cui ero fiera oppositrice proprio per responsabilità per far passare una legge – insomma -, tutti questi appelli alla mediazione… ma qui serve approvare una legge per chi non ha alcuna difesa».

Bocciata la pregiudiziale a firma Pillon. Il centrosinistra: «Il Senato ha dimostrato che la maggioranza sul ddl Zan c’è»

La seconda parte della seduta si era aperta proprio con l’intervento di Pillon, firmatario della pregiudiziale, il quale aveva ribadito che «questa proposta di legge va fermata». Il leghista si è detto preoccupato perché «la fattispecie di istigazione alla discriminazione è talmente fumosa che tutto potrà essere considerato istigazione alla discriminazione» e perché «nel ddl Zan, accanto al sesso, vengono date altre caratterizzazioni come il genere, l’orientamento sessuale o identità di genere: non sono definizioni giuridiche ma sono date in base a teorie filosofiche, non oggettive». Poco dopo le 20, tuttavia, tramite votazione elettronica, i senatori hanno bocciato le questioni pregiudiziali presentate: solo 124 i voti favorevoli, 136 invece i contrari e 4 le astensioni. «Giornata positiva. Il voto sulle pregiudiziali dimostra che anche al Senato c’è una maggioranza che può tranquillamente approvare il ddl Zan. Avanti per estendere tutele e diritti delle persone», ha scritto, subito dopo il voto, la capogruppo del Pd al Senato, Malpezzi. Il ddl Zan avanza a Palazzo Madama nonostante il clima incandescente. «Bocciate le pregiudiziali di costituzionalità, domani votiamo una richiesta di sospensiva. Poi finalmente entriamo nel merito del ddl Zan. Ostruzionismo sconfitto, la legge arriva in aula. Da adesso in poi ognuno si assume le proprie responsabilità», ha aggiunto la vicepresidente del Senato e responsabile Giustizia e diritti del Pd, Anna Rossomando.

Foto in copertina: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI

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