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Ronzulli (FI): «Il Ddl Zan? Un pasticcio. I Pride? Non voglio vedere Cristo con i tacchi a spillo» – L’intervista

01 Luglio 2021 - 21:59 Fabio Giuffrida
Parla la senatrice di Forza Italia, tra le prime firmatarie della legge del centro-destra contro le discriminazioni

«Il ddl Zan, così com’è, è pasticciato. Pensato male e scritto peggio. Una legge divisiva che non mette tutti d’accordo e che crea vuoti legislativi. Infatti, un’approvazione fatta così, in fretta e furia, non risolverebbe i problemi dell’omotransbifobia. Serve un cambio di approccio culturale, bisogna investire sulla formazione, probabilmente in alcune parti d’Italia più che in altre». A parlare a Open è Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia ma soprattutto una delle firmatarie del testo contro le discriminazioni proposte dal centro-destra al Senato. «Da parte nostra non c’è alcuna volontà di ostacolare il ddl Zan. Però, mi chiedo: come mai in 10 anni la sinistra non è riuscita a portare a casa un testo contro l’omotransbifobia pur avendo i numeri? Da 10 anni governano loro e adesso danno la colpa a noi solo perché vogliamo migliorare questa legge?», tuona.

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«Introduce il reato d’opinione e la teoria del gender fluid»

Cosa non funzionerebbe nel ddl Zan è la stessa Ronzulli a spiegarlo a Open. Forza Italia, infatti, non condivide «gli articoli 1, 4 e 7» per i quali verranno «presentati emendamenti». L’articolo 1, che definisce i termini sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere, «lascia molta discrezionalità al giudice, bisogna evitare dunque che la norma possa essere interpretata liberamente, va scritta nel modo meno interpretabile possibile». Per questo motivo l’articolo 1«andrà rivisto tutto, non solo nella parte dell’identità di genere». Le varie definizioni, infatti, «sono un insieme di aggettivi che non rendono possibile interpretazioni scevre da condizionamenti». L’articolo 4, invece, «introduce il reato d’opinione mentre l’articolo 7 l’indottrinamento nelle scuole della teoria gender fluid oltre alla Giornata contro l’omotransbifobia. Perché, ad esempio, non fare una giornata contro le discriminazioni in generale nelle scuole?».

No all’«indottrinamento» nelle scuole primarie

Argomenti che, secondo Forza Italia, non dovrebbero metter piede nelle scuole. Almeno in quelle primarie. La famiglia «deve essere la prima agenzia educativa, deve venire prima della scuola, i genitori sanno quando è il momento giusto per affrontare questo tema con un bambino. Sanno come approcciarlo, hanno i metodi e gli strumenti per farlo. Qui, invece, si parla di scuole in generale, quindi anche della materna. Parliamo di bambini di 3,4,5 anni. Deve essere il genitore a occuparsene, non la scuola». La soluzione, secondo Ronzulli, sarebbe quella di escludere le scuole di ogni ordine e grado e di lasciare solo quelle superiori: «Questa potrebbe essere una delle modifiche al testo».

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«Non vogliamo ostacolare la legge»

«Da parte nostra, quindi, non c’è alcuna volontà di ostacolare la legge. Noi abbiamo presentato un nostro testo perché ci possono essere due modi di approcciare un tema. Uno propagandistico, fatto su base ideologica, l’altro pragmatico, con un testo corto, chiaro e semplice come il nostro», spiega. «Per abbreviare i tempi va bene partire dal ddl Zan ma va modificato. Ricordiamoci che esiste anche il Senato, non solo la Camera e, fino a prova contraria, in Italia c’è il bicameralismo perfetto». Forza Italia, dunque, ribadisce l’importanza di discutere in Aula il ddl Zan e, dunque, di non «doverlo approvare necessariamente così com’è solo per fare in fretta e non tornare alla Camera». Entro domani, 2 luglio, andranno presentati gli emendamenti in vista del tavolo di martedì, 6 luglio, quando si dovrà calendarizzare il testo contro l’omotransbifobia che arriverà in Aula il 13 luglio.

«Non mi va di vedere Gesù Cristo coi tacchi a spillo»

In merito, invece, alle parole espresse oggi da una consigliera di Cesano Boscone che ha attaccato i Pride (definendoli «un ritrovo per disadattati e soggetti schizoidi in piena crisi dissociativa»), ha detto: «Non la conosco, non so chi sia, non posso conoscere tutti gli iscritti al partito. Comunque non condivido quello che ha detto. I Gay Pride sono una manifestazione. Come c’è quella della famiglia, c’è quella dell’orgoglio gay. Quello che non si può tollerare è vedere alcune rappresentazioni macchiettistiche come nel caso dell’ultimo Pride a Milano. Non mi va affatto di vedere un signore che rappresenta Gesù Cristo con la croce e coi tacchi a spillo».

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Foto in copertina: ANSA/FABIO FRUSTACI

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