Usa, quattro spie iraniane volevano rapire a New York la giornalista dissidente Masih Alinejad

La donna è famosa per aver fondato il movimento La mia libertà invisibile che incoraggia le donne a non portare il velo islamico

Negli Stati Uniti quattro cittadini di origine iraniana sono stati incriminati con l’accusa di aver ordito un complotto nei confronti di Masih Alinejad, una giornalista iraniana che lavora a New York. La donna ha fondato il movimento La mia libertà invisibile che incoraggia le donne a non portare il velo islamico. Alinejad in un tweet ha confermato di essere stata quasi vittima di un rapimento. La notizia è stata diffusa dal Dipartimento della Giustizia statunitense. Intanto l’Iran ha respinto le accuse, che sono state definite «ridicole e infondate». Sull’ipotesi che Teheran sia coinvolta nel tentativo di rapimento, il portavoce del ministero degli Esteri, Saeed Khatibzadeh, ha spiegato: «Queste nuove affermazioni del governo americano sono così infondate e ridicole che non vale la pena rispondere». Un funzionario dei servizi segreti di Teheran e tre agenti alle sue dipendenze. Sono questi i dettagli forniti dalle autorità sulle identità dei quattro incriminati: tutti si trovano in Iran. Secondo l’accusa tra il 2020 e il 2021, avrebbero prima tentato di attirare la giornalista un Paese terzo dove avrebbe dovuto essere rapita per essere quindi trasferita in Iran. Poi avrebbero pedinato lei e membri della sua famiglia a Brooklyn. Un quinto indagato, che si trova in California, è accusato di aver finanziato l’operazione.


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