La ministra Cartabia alla Camera: «A Santa Maria Capua Vetere un’umiliazione per tutti, anche per gli agenti» – Il video

La guardasigilli ha anche annunciato «un’indagine ampia», per analizzare quanto accaduto nelle carceri italiane, durante le proteste del primo lockdown

Nei giorni in cui la ministra della Giustizia deve rispondere alle critiche del principale azionista della maggioranza di governo, il Movimento 5 stelle, per la riforma del processo penale, continua a riempire le cronache lo scandalo delle violenze subite dai detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Sarebbero circa 300 – secondo le inchieste – gli ospiti della casa circondariale torturati dagli agenti penitenziari. Marta Cartabia, sui fatti risalenti al 6 aprile 2020, ha tenuto un’informativa al Senato. «Stando alle indagini, risulta che non fosse una reazione necessitata da una situazione di rivolta, ma una violenza a freddo, con delle perquisizioni illegittime», ha chiarito subito la ministra, annunciando «un’indagine ampia perché si conosca quello che è successo in tutte le carceri nell’ultimo anno dove la pandemia ha esasperato tutti».


Nello specifico, all’interno del Dap è stata costituita una commissione ispettiva che «visiterà tutti gli istituti penitenziari dove ci sono state proteste o i gravi eventi del marzo 2020», ha detto Cartabia. «I fatti reclamano indagini ampie, affinché si conosca quanto accaduto». Tornando agli episodi di Santa Maria Capua Vetere, «fatti di questa portata richiedono da un lato una risposta immediata da parte dell’autorità giudiziaria che sta lavorando per accertare le responsabilità penali, dall’altro sono spia di qualcosa che non va. E dobbiamo indagare e intervenire con azione ampie e di lungo periodo perché non accadano più», ha aggiunto. Poi, la ministra ha ribadito che la direttrice del carcere non risulta indagata poiché non era presente il giorno delle violenze, mentre «il totale complessivo di personale dell’amministrazione sospesa a vario titolo è di 75. Ci sono poi altri indagati per i quali non c’è la certezza della loro presenza» quel giorno.


«Da parte mia – ha spiegato Cartabia – il giorno della pubblicazione di quelle immagini ho immediatamente convocato d’urgenza una riunione al ministero, abbiamo condannato subito i fatti. Ma non bastava, occorreva innanzitutto capire la catena di informazioni, come è stato possibile che una perquisizione fosse stata effettuata senza un’autorizzazione scritta, bisognava individuare le cause profonde, qualcosa non ha funzionato. Nella nostra visita al carcere il presidente Draghi ha reagito dicendo “Questa è una sconfitta per tutti”, ed è così». Per migliorare le condizioni dell’istituto di Santa Maria Capua Vetere, la guardasigilli ha chiarito che non si tratta di realizzare «non solo nuovi posti letto. Servono nuove carceri, servono nuovi spazi servono e ci saranno – ha affermato -. Non solo posti letto, ma anche nuovi spazi per il trattamento dei detenuti». I fatti accaduti nel carcere del Casertano sono «una ferita gravissima alla dignità della persona, pietra angolare della società civile, come prevede la nostra Costituzione, nata da un popolo che ha conosciuto il disprezzo del prossimo. La Costituzione è scudo per tutti».

La ministra, ai deputati, ha ribadito che le carceri «sono lo specchio della nostra società, sono un pezzo di Repubblica che non possiamo rimuovere dal nostro sguardo e dalle nostre coscienze», invitando a guardare in faccia ai problemi cronici dei nostri istituti penitenziari. Tra questi problemi, Cartabia ha rilevato il sovraffollamento, «in peggioramento». Che, comunque, non giustifica «l’uso smisurato e insensato della forza» a Santa Maria Capua Vetere. Ammettendo, comunque, che sono anche le condizioni dei lavoratori degli istituti penitenziari a essere difficilissime. Quel 6 aprile 2020, nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, «la temperatura era insopportabile e non c’era l’acqua corrente – nel carcere del Casertano -. Ci sono solo pozzi e l’acqua viene distribuita con le taniche».

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