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Giustizia, si allarga la frattura tra il M5s e la maggioranza. Dadone: «Ipotesi dimissioni ministri»

23 Luglio 2021 - 16:09 Felice Florio
La titolare delle Politiche giovanili non è l'unica ad aver esplicitato il disagio crescente all'interno del Movimento. Forza Italia e Italia Viva festeggiano

Ieri, 22 luglio, l’autorizzazione unanime del consiglio dei ministri a porre la fiducia sulla riforma della giustizia. Oggi, parte del Movimento 5 stelle ribolle contro lo scelta del leader in pectore, Giuseppe Conte, e dei titolari dei dicasteri di dare sostegno, seppur condizionato ad alcune modifiche, alla proposta di Marta Cartabia. Ed è la stessa ministra grillina Fabiana Dadone – presente nel consiglio dei ministri del giorno precedente – a mettere in guardia il premier e il resto dell’esecutivo: dimissioni dei ministri 5 stelle se le modifiche al testo Cartabia non soddisferanno il Movimento? «È un’ipotesi che dovremo valutare insieme a Giuseppe Conte», ha detto la titolare delle Politiche giovanili ai microfoni di Agorà. «In questa settimana ci aspettiamo una discussione costruttiva in termini di miglioramenti, poi vedremo le decisioni da prendere».

Berti (M5s): «L’apposizione della fiducia è un atto ostile di Draghi»

Il malcontento serpeggia tra i parlamentari del Movimento: in diversi non accettano che l’ennesimo vessillo grillino, la riforma della prescrizione siglata dall’ex guardasigilli Alfonso Bonafede, cada sull’altare del sostegno a Draghi. «L’apposizione della fiducia sulla riforma della giustizia, senza neanche un vaglio delle inammissibilità da parte della Commissione competente, è un atto inutile quanto ostile, un segnale di disprezzo nei confronti del dibattito parlamentare. Bruttissima mossa di Draghi», scrive, su Twitter, il deputato Francesco Berti. Il legale Lorenzo Borré, profondo conoscitore del Movimento e che ha difeso diversi espulsi dal partito, ha elogiato «lo scacco di Draghi all’integralismo pentastellato». La prassi dei vertici grillini, spiega, è sempre stata quella di interpretare come vincolante l’obbligo della fiducia a un governo di cui si fa parte. «E qui sta il drammatico appuntamento con la coerenza, magistralmente apparecchiato da Draghi: ponendo la Fiducia sulla riforma Cartabia, riforma che sta alla polarità opposta della riforma Bonafede, il premier mette i pentastellati di fronte a un bivio. Anzi, a un trivio: votare la fiducia rinnegando i principi giustizialisti, non votarla e autoespellersi in massa dal partito o uscire dal governo prima che si voti la fiducia».

Rosato (Iv): «Sono schizofrenici». Giacomoni (Fi): «Dimissioni dei ministri grillini utili a chiudere la stagione del populismo»

Ettore Rosato ha approfittato dell’occasione per colpire il Movimento in una delle fasi più difficili che affronta da quando è stato fondato: «Sono strani questi grillini. La ministra Dadone ieri condivide e appoggia in consiglio dei ministri la richiesta di fiducia sul testo della riforma Cartabia, oggi annuncia che se non cambia pensano alle dimissioni. Mi sembra ci sia un po’ troppa schizofrenia e poco senso dello Stato», ha scritto, su Facebook, il presidente di Italia Viva. Anche da Forza Italia, altro partner di maggioranza insieme, arriva un attacco alla forza politica più rappresentata in parlamento. «Le dimissioni dei ministri del M5s dal governo non creerebbero alcun sconquasso – ha dichiarato il deputato Sestino Giacomoni -. Anzi, potrebbero rappresentare quell’indispensabile momento di chiarezza utile a chiudere la stagione del populismo grillino, relegandolo alla storia».

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