Scuola, per il ritorno a settembre servono 40 mila dosi giornaliere per gli studenti. Sui docenti i dati non tornano

Per raggiungere l’obiettivo del 60% di studenti vaccinati dichiarato dal generale Figliuolo, il ritmo delle somministrazioni non dovrà mai scendere sotto le 40mila dosi al giorno. Sui docenti i numeri diffusi dal governo non tornano

Tra le priorità del generale Francesco Paolo Figliuolo ora c’è la scuola. Mancano meno di due mesi al rientro e le promesse di un ritorno in sicurezza devono fare i conti con i numeri di una campagna vaccinale tutt’altro che agli sgoccioli. La condizione da scongiurare è un inizio in Dad tra pc e lezioni a distanza, ma per garantire la presenza di studenti, docenti e personale Ata la sicurezza di non contagiarsi dovrà essere uno dei requisiti minimi, altrimenti di nuovo tutti in casa. Per queste ragioni il Commissario per l’emergenza Covid ha cominciato a dettare obiettivi e tempistiche, nella speranza di raggiungere le percentuali di copertura fissate. Ed è a questo proposito che il 29 luglio prossimo Figliuolo invierà alle Regioni un Piano Scuola a cui doversi attenere.


Per gli studenti la direttiva è arrivare entro la prima decade di settembre al 60% di copertura, con la fascia 12-19 che potrà quindi tornare in classe in maggiore sicurezza. Per i docenti la cifra da raggiungere è poco più del 90%, un obiettivo che proprio in queste ore il commissario sta discutendo insieme al Ministero della Salute e dell’Istruzione, non escludendo la possibilità anche di un obbligo vaccinale che metta fine agli indugi. Gli annunci fatti dovranno ora trovare un riscontro sul campo, soprattutto in relazione a due grosse condizioni da rispettare: il ritmo giornaliero di dosi da somministrare per categoria e il tempo rimasto a disposizione.


Per 60% di studenti vaccinati in 47 giorni nessun imprevisto ammesso: ritmo e tempo i rischi maggiori

«Dovranno assolutamente vaccinarsi tutti quelli che lavorano negli istituti, ma sarà anche molto importante avere una percentuale di studenti in età vaccinabile che sono vaccinati». Anche il ministro Roberto Speranza non ha dubbi, per rientrare a scuola non basterà preoccuparsi dei più adulti. Gli ultimi monitoraggi dell’Iss dimostrano come il virus stia circolando soprattutto tra i giovani non vaccinati, tutti potenziali generatori di nuove varianti. E così Figliuolo detta i tempi: entro la prima decade sarà necessario garantirsi il 60% degli studenti vaccinati. Ma di che numero si tratta e qual è il punto di partenza da cui attualmente ci si muove?

Quanti sono e quanti ne mancano

La popolazione tra i 12 e i 19 anni è formata da un totale di 4.556.922 bambini e ragazzi. Di questi attualmente il 16,9% risultano aver ricevuto una sola dose di vaccino anti Covid, pari a circa 770.000 soggetti. Il 13,39% è stato invece totalmente immunizzato per una quota di circa 610.000 con entrambe le dosi. Secondo questi dati, all’appello mancherebbero circa 3 milioni e 900 mila studenti, circa l’87% della categoria senza un’immunizzazione completa. Il 69% invece non ha ricevuto neanche una dose. Considerando l’obiettivo fissato dal generale Figliuolo, la corsa da dover fare per arrivare al famoso 60% di copertura si rivela piuttosto impegnativa, soprattutto per il ritmo di somministrazione giornaliero da mantenere.

Il ritmo necessario vs il ritmo attuale

Facendo un rapido calcolo della media di iniezioni eseguite sui soggetti dai 12 ai 19 anni dall’1 giugno, data in cui in Italia sono cominciate le somministrazioni anche per i più giovani, arriviamo a circa 10 mila somministrazioni al giorno. Una cifra piccolissima rispetto all’obiettivo fissato che ci farebbe arrivare al 10 settembre con poco più di 500 mila ragazzi immunizzati. Il dato più recente da prendere in considerazione è quello invece dell’ultima settimana, in cui la media è salita intorno alle 37 mila dosi al giorno. Una velocità sotto la quale il generale Figliuolo dovrà stare molto attento a non scendere: calcolando i 47 giorni mancanti al 10 di settembre, il ritmo dell’ultima settimana dovrebbe consentire difatti il raggiungimento dell’obiettivo al 60%, con circa 1 milione e 900 mila studenti vaccinati. La stessa cifra di soggetti giovani che attualmente mancano all’appello. Se si volesse garantire una copertura del 100%, poi, il ritmo attuale dovrebbe addirittura raddoppiare arrivando a circa 84 mila somministrazioni di dosi al giorno. Per ora il commissario punta su una percentuale minore, sperando di raggiungere l’immunità di comunità anche con il contributo di docenti e personale Ata.

Il tempo a disposizione

Sul fattore tempo ogni giorno di vaccinazione sarà prezioso. Non c’è molto margine per arrivare all’immunizzazione del 60% entro la prima decade di settembre: il ritmo giornaliero delle circa 40mila dosi per i giovani dovrà andare avanti fino al 20 di agosto se si vorrà raggiungere il numero necessario di prime dosi. Una data cruciale che servirà a Figliuolo per capire lo stato dell’arte ed eventualmente prendere ulteriori decisioni. Da quel momento ci saranno altre 3 settimane per completare il ciclo vaccinale, giusto il tempo per somministrar le dosi degli ultimi studenti proprio intorno al 10 di settembre. Tempi stretti dunque e nessun imprevisto ammesso.

Sui docenti i numeri non tornano

Nelle ore in cui il governo discute le sorti di un possibile obbligo vaccinale per docenti e personale Ata, la percentuale di categoria totalmente immunizzata continua a non crescere abbastanza. Speranza vuole tutti in classe anche a costo di un obbligare al vaccino, e mentre la maggioranza si spacca, il generale Figliuolo chiama a rapporto le Regioni. Entro il 20 agosto dovranno presentargli sul tavolo un elenco, generico e non nominativo, di tutti il personale scolastico ancora non vaccinato. L’obiettivo del commissario è quello di raggiungere entro il 13 settembre il 93% di docenti e personale Ata immunizzati.

Quanti sono e quanti ne mancano

La categoria di docenti e personale scolastico in Italia ammonta a 1.468.925. Secondo l’ultimo report settimanale sulle vaccinazioni anti Covid diffuso dal Ministero, aggiornato al 23 di luglio, il 78,78% del totale risulta essersi vaccinati con tutte e due le dosi. L’82,6% con una dose, e il 15,17% senza neanche una somministrazione effettuata. Tradotto in numeri, all’appello mancherebbero circa 222.132 persone tra insegnanti e personale scolastico.

I dati confusi dei report settimanali del Ministero

Dai report settimanali diffusi dal Ministero della Salute sulle vaccinazioni in Italia, risulta piuttosto difficile calcolare l’andamento delle somministrazioni su docenti e personale scolastico. Quel 15,17% di non vaccinati del 23 luglio corrisponde a 222.132 soggetti senza neanche una dose. Un numero che, rispetto alla settimana precedente del 16 luglio, non è diminuito ma aumentato. In questo caso un dato in crescita risulta, a rigor di logica, impossibile. La tabella della settimana precedente a quella del 23 luglio registra infatti 221.354, con una crescita di 778 non vaccinati. Un numero che, nei 7 giorni successivi, sarebbe dovuto diminuire o nella peggiore delle ipotesi rimanere tale. Andando avanti con il confronto le cose continuano a non quadrare: al 23 luglio la popolazione scolastica riportata è di 1.464.309, mentre al 2 luglio era di 1.460.309. I non vaccinati del 23 luglio sono 222.132, quelli del 2 luglio erano 216.221.

Un segnale di grossa confusione che potrebbe essere ricondotta al “pasticcio” Astrazeneca di qualche mese fa. È possibile che molti docenti e personale Ata abbiano evitato la somministrazione di AstraZeneca, (mesi fa destinato ad alcune categorie prioritarie come i lavoratori della scuola) per aspettare di ricevere il vaccino Pfizer. In questo modo avrebbero cancellato la prenotazione, risultante già negli archivi del governo, senza però riprenotarne una nuova. Questa è solo una possibile spiegazione alla contraddizione dei dati, che dovrà ora necessariamente essere chiarita, magari proprio nella data del 20 agosto. Intanto, a rendere ancora più complicata la situazione ci sono le vacanze estive e almeno 8 Regioni che continuano a vaccinare i docenti a fatica. Tre di queste registrano i numeri più bassi: sotto addirittura il 40%, con un 39,75% c’è la Liguria, segue la Sicilia con il 52,58% e la Provincia Autonoma di Bolzano, 53,58%. Poco più su, Calabria (62,98%) e Sardegna (66,09%).

Il tempo a disposizione

Attenendosi all’ultimo dato disponibile diffuso dal governo e quindi quello del 15,17% di non vaccinati, il ritmo necessario per arrivare al 10 settembre con una copertura di docenti e personale scolastico completa è di circa 4.700 vaccini al giorno. Un numero fattibile rispetto a quello calcolato per gli studenti ma che la fronda di scettici e no vax ad oggi rischia di ostacolare non poco.

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